Atheist
Jupiter

2010, Season of Mist
Death Metal

Diciassette anni dopo... Riecco gli Atheist!
Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 13/12/10

A diciassette anni di distanza dall'ultimo album, gli Atheist ritornano con un nuovo lavoro. Fino a qualche tempo fa era quasi impossibile solo immaginare una cosa del genere, anche se è dal 2006, anno della “reunion live”, che si vociferava/sperava in una nuova fatica discografica per una delle band che ha più segnato e rivoluzionato il metal degli ultimi vent'anni.

Diciamo che tutto questo “hype” è stato creato più dai fan che dal music business; ci saremmo aspettati un grosso interesse (e conseguente spinta) da parte di un colosso della musica, e invece ecco che i nostri si accasano con la buona (ma certamente non una major) Season of Mist, quasi a proseguire sulla strada dell'eccellenza in musica che non viene adeguatamente ripagata dai dati di vendita/popolarità. Fortunatamente siamo nel 2010, di musica ne è passata sotto i ponti e le stramberie non fanno più paura a nessuno... “Jupiter” dunque, il fatidico quarto album, è finalmente tra noi e per andare subito al dunque, diciamo subito che il disco è Atheist al 100%, una piena mazzata in pieno volto, elevatissimo tasso tecnico, proprietà di scrittura eccezionali, personalità riconoscibile al primo attacco, tempi fuori dall'ordinario ecc... Insomma tutte le qualità universalmente riconosciute alla band floridiana ai massimi livelli.

Lontano dalle sperimentazioni di “Elements” (1993), “Jupiter” si pone sul piano di due album capolavoro come “Piece Of Time” (1989) e “Unquestionable Presence” (1991), poggiando sul collaudato e inconfondibile death ipertecnico. Sostanzialmente un lavoro che vuole rinverdire i fasti della formazione nel segno della continuità, mettendo gli ascoltatori, vecchi e nuovi, quasi a proprio agio, impressionando senza però lasciare davvero a bocca aperta. Ascoltare “Jupiter” è come gustarsi per l'ennesima volta una pietra miliare, un qualcosa che si sa già a memoria e che non “stupisce” più, ma che è sempre un piacere ripassare ogni tanto. Un disco ben oltre la media attuale che stranamente non fa che riportare il pensiero a quello che gli Atheist hanno composto vent'anni fa, a quanto avanguardistici fossero quei dischi, così avanti da non essere completamente capiti all'epoca.

Un bel lavoro, non c'è dubbio, anzi potremmo dire un gran bel lavoro, ricco di canzoni strepitose che vi terranno compagnia per molte ore, che però deve scontrarsi con l'inesorabile trascorrere del tempo. Una volta gli Atheist erano sinonimo di musica spinta oltre determinati schemi, ora, anche grazie all'apporto fondamentale dei nostri, siamo quasi oberati di ottima musica che cerca costantemente di superare se stessa, sempre più tecnica e cervellotica, andando così a ridimensionare un'opera certamente mastodontica, ma quasi “ordinaria” per il 2010.

Un giudizio troppo severo? Forse sì, basterebbe far partire il lettore senza farsi troppi problemi e vivremmo tutti meglio, però l'idea di una band che perse il treno allora, per mancanze “culturali” del pubblico, e che non riuscirà ad afferralo nemmeno oggi è fortissima, destinando a rimanere una band di culto, idolatrata da tutti, ma non pienamente sdoganata. Cosa manca? Sostanzialmente nulla, forse solo l'imprevedibilità del basso di Tony Choy e un pizzico di “coraggio” in più, essendo andati praticamente a botta sicura. Al di là di tutto, “Jupiter” rimane uno dei vertici metal del 2010, un lavoro che sicuramente merita l'attenzione di tutti.   



01.Second to Sun

02.Fictitious Glide

03.Fraudulent Cloth

04.Live and Live Again

05.Faux King Christ

06.Tortoise the Titan

07.When the Beast

08.Third Person

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