Syd Barrett
An Introduction To Syd Barrett

2010, EMI
Psychedelic Rock

Una raccolta perfetta per (ri)scoprire il genio del Crazy Diamond.

Recensione di Andrea Mariano - Pubblicata in data: 14/12/10

L'estro di Syd Barrett, la sua creatività, il suo modo strano, sognante e straniante di concepire la musica. È stata la sua mente, sempre accorta a non lasciarsi sopraffare dalla normalità, a creare l'inconfondibile tocco psichedelico dei primi Pink Floyd. Sono stati la sua incontenibile poliedricità ed il suo esser fuori dagli schemi ad influenzare ed ispirare gran parte dei gruppi psichedelici degli anni '70 e di quelli che negli anni sono comparsi. Persino mostri sacri come Gong ed Ozric Tentacles devono almeno qualcosa all'estro del "Diamante Pazzo".

A quattro anni dalla scomparsa di Barrett, David Gilmour cura personalmente questa raccolta, incorrendo nella non facile impresa di creare, più che un mero "best of", un vero e proprio omaggio all'artista scomparso e, al contempo, una sorta di iniziazione per l'ascoltatore novizio, affinché possa comprendere l'artista ed un po' anche l'uomo, prigioniero volontario di uno stato allucinato; affinché comprenda come le sue idee geniali ma delle volte confuse riuscissero a prender forma ed organicità. Compito tutt'altro che agevole, poiché è facile cadere nel banale mettendo insieme un po' di singoli e di inediti senza alcuna logica.

"An Introduction To Syd Barrett" presenta brani già editi tanto nei dischi dei primi Pink Floyd ("Arnold Layne", "See Emily Play", "Apples And Oranges", "Matilda Mother", "Chapter 24" e "Bike") quanto nei lavori solisti, opportunamente ripuliti, rimasterizzati ed in alcuni casi nuovamente mixati per l'occasione ("Here I Go" giova di una inedita linea di basso suonata per l'occasione dallo stesso Gilmour). Nulla di stravolgente, ma già questi piccoli accorgimenti riflettono la volontà di produrre un lavoro ed un ricordo degno del genio allucinato di Barrett. Anche il voler lasciare alcune "imperfezioni" proprie della registrazione a presa diretta (l'attacco sbagliato e conseguente parlottare in "If It's In You", il "Damn, short!" dopo l'esecuzione di "She Took A Long Cool Look") si dimostra una buona scelta, poiché mostra quanto il lavoro del genio di Cambridge fosse genuino e spontaneo. I brani donano il giusto risalto al policromatico estro del Crazy Diamond, andando dallo psichedelico dei suoi Pink Floyd, alle tracce acustiche e ai brani blues, sino ad arrivare all'unico inedito del lotto, "Rhamadan": venti minuti dove l'improvvisazione è imperante, dove tutto può confluire in questo immenso calderone di suoni e ritmi. Certamente un episodio straniante ed allucinato (Syd voleva addirittura inserire il rombo di una moto, salvo poi ripensarci), ma proprio per questo perfettamente in linea con il pensiero di Barrett di non porsi alcun limite. Né nella vita, né nell'arte.

Il titolo che David Gilmour ha voluto per questa raccolta parla chiaro: è un'introduzione al mondo, alla mente, alla creatività di Syd Barrett. È un tentativo di far comprendere l'evoluzione di una mente geniale e fragile al tempo stesso, di come sia limitato, se non inutile, classificare l'opera del ragazzo di Cambridge entro una categoria standardizzata: egli realizzava semplicemente ciò che l'ispirazione gli dettava. Blues, psichedelico o due accordi di chitarra ripetuti fino allo sfinimento poco importava e poco deve importare ancor oggi. "An Introduction Of Syd Barrett" esplica tutto ciò egregiamente, ricordandolo a chi è già da tempo estimatore del Crazy Diamond, insegnandolo a chi vuole scoprirne la carriera e la figura artistica.





01. Arnold Layne
02. See Emily Play
03. Apples and Oranges
04. Matilda Mother (Alternative Version, 2010 Mix)
05. Chapter 24
06. Bike
07. Terrapin
08. Love You
09. Dark Globe
10. Here I Go (2010 Remix)
11. Octopus (2010 Mix)
12. She Took a Long Cool Look (2010 Mix)
13. If It’s In You
14. Baby Lemonade
15. Dominoes (2010 Mix)
16. Gigolo Aunt
17. Effervescing Elephant
18. Bob Dylan Blues
19. Rhamadan (2010 Mix)

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