Gio Gentile
Atlantide

2010, Videoradio
Prog Rock

Recensione di Alessandra Leoni - Pubblicata in data: 29/12/10

La forza espressiva del mare che bagna Procida (luogo natale del nostro artista) si fonde con le armonie del progressive rock e della musica fusion, nonché jazz, dando così vita al secondo album del bravo chitarrista partenopeo Gio Gentile. Il full length è intitolato "Atlantide" e si propone di immergersi nel mistero della leggenda di questa città scomparsa nel nulla e guarda caso proprio sommersa sotto le acque governate dal gigante che dominava le acque al di là delle Colonne D'Ercole.


Iniziamo subito col dire che questo full length non è certamente facile, data anche la massiccia presenza di musica fusion e data la caratteristica - a dire il vero piuttosto comune tra chitarristi - di essere un lavoro solo strumentale. Ascoltando più volte e con attenzione, mi sono resa conto che le canzoni non sono nemmeno di breve durata e si ha come la sensazione di essere immersi tra i flutti, tra le onde che ciclicamente tornano ad infrangersi sulla riva, e non è facile interrompere l'ascolto. Insomma, il consiglio è di metterlo su e lasciarsi travolgere dalle melodie, dall'atmosfera pacifica e solare che si avverte in riva al mare, come nella bella "Mike Day 2"; per poi chiudersi in se stessi, seduti sulla sabbia al calar del sole, a contemplare l'orizzonte come nella title track "Atlantide" o nella piacevole "Nettuno". C'è qualche eco e rimando al bravo e famoso conterraneo Pino Daniele, uno dei maggiori esponenti per quanto mi riguarda per il blues ed il rock. Non mancano riferimenti anche a dei guitar hero d'eccezione come Joe Satriani e Carlos Santana, con qualche super assolo massiccio come in "Leukos". Devo dire che il Nostro è riuscito ad essere saggio quanto basta e poco esagerato negli assoli, cercando più di costruire melodie piacevoli e fresche assieme agli altri strumenti, come se si trattasse di un'opera più corale e meno concentrata su un determinato protagonista: si riscontra, tra l'altro, la partecipazione e l'ottima prova di Gianluca Grasso alle tastiere, il cui stile mi ha molto ricordato quello più pittoresco e atmosferico di Kevin Moore (Dream Theater e Chroma Key) o quello anche del talentuoso Richard Barbieri dei Porcupine Tree. Un altro ospite d'eccezione è senza dubbio Joe Amoruso (Pino Daniele e Murolo) alle tastiere. Nella già citata "Mike Day 2" partecipa anche l'emergente Luca Equino alla tromba.


La qualità e la bontà di questo lavoro è sicuramente molto buona e molto curata. Bisognerà avere un po' di pazienza nel poter apprezzare appieno questa piccola perla del prog rock e del genere fusion, ma alla lunga non sarà stucchevole o fine a se stessa, anzi. Essa riuscirà a far sprigionare il proprio fascino, la propria leggerezza e freschezza, facendovi sognare di Atlantide, o di un rilassante tramonto in riva al mare, proprio come se foste lì. Uno dei pregi di questo disco è proprio la piacevolezza nel lasciarsi ascoltare, malgrado la prolissità e la complessità di alcuni brani e questa sensazione permane anche dopo l'ascolto, come le onde fresche che lambiscono i piedi e le caviglie mentre si cammina in riva al mare.





01. Atlantide
02. Anime
03. Mike Day 2
04. Guardiano Di Nuvole
05. Leukos
06. Utopeace
07. Nettuno
08. Thira
09. Mediterraneo
10. Vivara

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool