Hammered Effect
Free Brutality

2010, Autoproduzione
Thrash

Recensione di Marco Somma - Pubblicata in data: 07/01/11

Brutalmente anni ottanta!
Non c’è maniera migliore di presentare il gruppo di metal-heads che, da quel di Voghera, sono in qualche modo finiti nel lettore cd del mio stereo. Quante volte vi è capitato di fermarvi a spulciare una bancarella in prossimità di un’area concerti? Una di quelle dove con un po’ di fortuna si possono trovare chicche a metà prezzo? Il più delle volte insieme ai nomi più blasonati, gli occhi finiscono con il correre anche lungo una fila di band e titoli sconosciuti con l’aria di essere in giro da un secolo. La maggior parte riescono ad attirare la nostra attenzione solo per qualche secondo, e solo se siamo particolarmente in vena di sperimentare, qualcuno finisce con il tornare a casa con noi. Il più delle volte appuriamo che se era dimenticato e coperto di polvere una ragione c’era… altre volte scopriamo di aver fatto un ritrovamento degno dei migliori archeologi. Questa è l’impressione che si ha ascoltando per la prima volta l’Ep degli Hammered Effect, con il piccolo ma non trascurabile particolare che su “ Free Brutality” la polvere non ha ancora avuto neppure il tempo di depositarsi.

Nello spazio offerto dalle sole cinque, per giunta brevi tracce che compongono l’offerta del combo di Voghera, si assiste ad un vero e proprio viaggio indietro nel tempo fino alla seconda ondata thrash-metal della bay side area. Ci sono Anthrax, Testament, Stayer, un pizzico Rage Against The Machine e per completare il tutto qualche chitarra da primi Iron Maiden che non guasta mai. “Dictator Ship” mette insieme in meno di quattro minuti tutti questi ingredienti con una semplicità di forma ed intenti che è una vera boccata d’aria fresca. “Unwanted Death Party” apre su un grezzo lavoro di chitarra che ricorda un’indiscussa attitudine un punk, fiore all’occhiello di una band di spessore come gli Stayer. Il pezzo si sposta rapidamente sui territori della battaglia di Los Angeles dei Rgae Against The Machine ma senza perdere minimamente efficacia. All’attacco di “Ignorance Is Power” verrebbe una gran voglia di mettersi a pogare e detto questo si può anche accantonare ogni altra considerazione, non perché il pezzo non meriti più attenzione, bensì perché il brano colpisce nel segno e ottiene esattamente l’effetto voluto. Nelle sei corde di “Fight Tooth & Nail” sembra di cogliere anche un  po’ di Megadeth da “So Far So Good So What” e fatta eccezione per la voce un po’ gutturale l’impressione si mantiene costante fino alla fine.
Bisogna arrivare alla conclusiva “Angel of Mercy” per avvertire una minima stanchezza da già sentito, ma se siete di quelli che quando si parla di thrash vecchia scuola non sono mai sazi allora… Ben venuti alla vostra festa!

“Free Brutality” è un mini grezzo, onesto e privo di fronzoli, registrato con suoni che rispecchiano a pieno non solo il genere ma anche gli anni di riferimento. L’energia e lo spirito ci sono tutti, con un po’ più di spazio ai riff melodici che la chitarra dimostra di saper partorire, il quartetto nostrano potrebbe raggiungere vette qualitative di tutto rispetto. Aspettiamo con ansia il primo Lp!



01. Dictator Ship

02. Unwanted Death Party

03. Ignorance Is Power

04. Fight Tooth & Nail

05. Angel of Mercy

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