Magnifica e solenne la prima canzone, assolutamente all'insegna del doom metal da lento headbanging "Atom And Evil", oscura e lenta come un viaggio verso l'oscurità e verso l'ignoto. La voce di Ronnie ci guida verso il primo assolo lento e ben curato di uno dei chitarristi preferiti dalla sottoscritta, ovvero Tony Iommi. "Fear" è più decisa anche se rimane su ritmi lenti e cadenzati, e ben immagino alcuni appassionati della band storcere il naso perché ancora non c'è il brano aggressivo. Ma non temete, perché più avanti nel disco la scatenata "Eating The Cannibals" accontenterà i palati più calienti e decisi, facendovi affiorare piacevoli ricordi del buon vecchio Dio quando stregava le platee negli anni '80. Uno dei brani che la sottoscritta ama molto è senz'altro l'epico "Bible Black", dove il leggendario vocalist americano diventa un narratore d'eccezione e offre all'ascoltatore tutte le sfumature della sua indimenticabile voce. Un bellissimo brano doom e pesante, esaltato dal basso onnipresente e pulsante di Geezer Butler - e sarebbe un attentato non esaltare un bravissimo bassista come lui in sede di registrazione e di produzione.
Insomma, la magica alchimia all'insegna dell'heavy metal e del doom prosegue viva e ancora più grintosa nella trascinante "Double The Pain", ed ancora una volta il nostro Ronnie tira fuori artigli sempre ben affilati. "Follow The Tears" è un brano che ho saputo apprezzare molto in sede live, perché riesce ad avere una carica esplosiva maggiore rispetto alla versione in studio, che sembra più oscura, ovattata e sommessa. "Neverwhere" è il secondo brano più energico e potente di tutto "The Devil You Know" e ancora una volta le linee vocali di Ronnie trasmettono magia ed espressività allo stato puro, reinventandosi canzone dopo canzone ed accompagnandoci alla fine di questo viaggio infernale, facendoci spuntare là dove si trovano il sole e le altre stelle con "Breaking Into Heaven", con un sapore vagamente etereo e angelico nella voce del compianto cantante.
Che altro dire, di certo questo full-length mostra la maturità di una band che complessivamente ha una carriera lunghissima ed onorevole. C'è tutta la potenza del metal e la forza oscura ed affascinante del doom (d'altronde proprio i Black Sabbath sono i padri fondatori dell'heavy metal e hanno dato ispirazione enorme anche a tutti i futuri doomster), ma non per forza bisogna dimostrarlo con furia e rabbia eccessiva. Questo è un album maturo, non c'è da aspettarsi grandi rivoluzioni o cambiamenti da loro che hanno già fatto la storia del metal. Va assaporato lentamente, senza fretta, perché sicuramente adesso come adesso avrà più valore, ora che il buon Ronnie James Dio è passato a miglior vita, e ora che non avremo più il piacere di sentirlo ai concerti. Tuttavia, rimane sempre un album elegante, prodotto molto bene e ben confezionato, da riascoltare con molto piacere e nostalgia.