Sirenia
The Enigma Of Life

2011, Nuclear Blast
Gothic

Recensione di Marco Belafatti - Pubblicata in data: 19/01/11

Sembra quasi un appuntamento fisso: ogni due anni i Sirenia tornano a farsi sentire con un full length nuovo di zecca. Frutto di una reale ispirazione o abitudine ormai consolidata? Il dubbio sorge spontaneo, laddove il materiale proposto tende a mostrarsi fiacco e manieristico e, mai come in questo caso, a Morten Veland e compagni sembra essere rimasto ben poco da dire con il loro gothic metal all'acqua di rose.

Sempre più restio al cambiamento, il compositore norvegese riprende la formula adottata con il precedente “The 13th Floor”, un album di buona fattura al quale era stato affidato il rischioso compito di presentare ai fan la new sensation spagnola Ailyn, una voce candida e priva di virtuosismi, ma essenzialmente adatta al sound ultraleggero ed easy-listening dei Nostri. Ed è proprio facendo leva su quest'elemento che il quartetto ha deciso di giocarsi la reputazione, regalandoci un disco, “The Enigma Of Life”, che sembra suonare come una parodia di tutto ciò che i Sirenia sono stati finora. Prendiamo, ad esempio, il singolo di lancio “The End Of It All”: se escludiamo una melodia evidentemente riciclata, una voce che spesso e volentieri batte in ritirata e una controparte musicale praticamente nulla, cosa ci resta? Un testo che rasenta la banalità e un risultato finale che non tarderemo a dimenticare...

Nessun segnale di ripresa fa capolino nelle tracce che seguono. “Fallen Angel” è un trionfo di cliché e melodie ad elevato tasso di zuccheri, “All My Dreams” un vano tentativo di “sporcare” un sound ormai abusato con innocue parentesi industrial, “This Darkness” l'apoteosi della prevedibilità. La varietà intrinseca del precedente disco è ormai un lontano ricordo: i cori operistici e gli arrangiamenti diventano ben presto noiosi, senza contare che il growl è praticamente scomparso. Non c'è veramente nulla che riesca a farsi notare in positivo; bisogna attendere l'arrivo di “Coming Down”, impreziosita da un corredo sinfonico finalmente degno di questo nome, per tornare ad apprezzare i Sirenia di un tempo, ma la fiacchezza di “This Lonely Lake” e “Fading Star” ci fa subito perdere la speranza, tant'è che la graziosa ballad finale che porta il titolo dell'album, a causa del contesto nel quale è stata inserita, scivola brutalmente nell'oblio senza possibilità di riscatto.

Niente da fare. Morten Veland sembra aver definitivamente dimenticato il significato di alcune parole di vitale importanza per un artista, parole quali ispirazione, rinnovamento, varietà... Nemmeno la produzione stellare concessa dalla Nuclear Blast riesce a salvare dal baratro un album arido e svogliato come questo e il voto che vedete qua sotto, per colui che negli anni '90 diede una svolta decisiva all'intera scena gothic metal, grava come una pesante ed amara condanna.



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