Michael Harris
Tranz-Fused

2010, Lion Music
Prog Metal

Recensione di Davide Panzeri - Pubblicata in data: 25/01/11

Ve lo dico in tutta onestà, quando ho ricevuto il promo di Michael Harris, questo nuovo “Tranz-Fused”, non ero minimamente pronto, né cosciente di quello che avrei ascoltato di lì a breve. Michael è un chitarrista dotato di grandissima tecnica e ancora maggior amore per la musica, passione che l’ha portato a numerose collaborazioni e partecipazioni fino ad arrivare alla produzione e pubblicazione di due album completamente strumentali. Potete capire quanto sono rimasto interdetto venendo a sapere che avrei ascoltato un album completamente senza voce. Non sono uno dei fan del settore per così dire; certo, ascolto musica classica, ma non è proprio la stessa cosa.

Secondo la definizione naturale di Michael, "Tranz-Fusion" è la fusione (scusate il gioco di parole) di tutti gli strumenti musicali inerenti prettamente alle sonorità jazz, con pesanti influenze prog, metal, blues ed alcuni elementi funk. Insomma, un bel pout-porri di roba. Per la produzione dell’album, Harris si è avvalso dell’aiuto di vari musicisti: al basso Adam Nitti, David Harbour, James Martin e Bunny Brunel, alla batteria troviamo Mike Haid, mentre Marco Minnemann e Bernard Wright si sono dati da fare alle tastiere. Sin dalle prime note s’intuisce l’alta qualità compositiva del prodotto, una cura maniacale delle melodie e degli assoli sono le fondamenta del disco. Suoni puliti e di deriva progressive fanno da collante alle dimostrazioni tecniche dell’axeman che sono, a dire il vero, impressionanti (sarà stata la scorpacciata di funghi velenosi/psichedelici che ha fatto a due anni a donargli cotanto talento?) L’uso di “clean” guitar e synth, di effettistica come anelli di modulazione e un minor utilizzo di sovraincisioni hanno reso il disco leggermente più spoglio ma contemporaneamente più compatto.

La nota dolente, per il sottoscritto, è rappresentata dalla ristretta cerchia di appassionati a cui è rivolto l’album. Un disco del genere dovrebbe essere ascoltato da ogni appassionato di musica, ma sono ben conscio del fatto che al tempo stesso, è molto difficile riuscire a seguirlo nella sua interezza (più volte mi sono distratto nell’ascolto). L’album fatica a mantenere viva l’attenzione, suggerisco quindi una assunzione a piccole dosi, magari di un paio di brani per volta.



01.Rocket Surgery
02.Wizard of Odd
03.Seizure Salad
04.Blue Shift
05.Left of Right
06.Nitrous Oxide Strut
07.Professor Grunklesplat’s Math Assignment
08.Pathos
09.Prosthetic Brain
10.Ocean Blues

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