Lazarus A.D.
Black Rivers Flow

2011, Metal Blade
Thrash

Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 28/01/11

Dopo l'acclamatissimo “The Onslaught”, datato 2007, ma ristampato dalla Metal Blade nel 2009, i Lazarus A.D. sono chiamati alla difficile prova di mantenere alto l'hype su di loro, non scontentare migliaia di fan e, se possibile, aggiungere qualcosa di nuovo a un sound granitico ma arido in termini di innovazione.

Basta farsi un giro su Google (la stampa estera arriva sempre prima di noi) per capire che la missione di questi giovanissimi musicisti può considerarsi compiuta, con votazioni che rasentano il massimo dei voti, commenti entusiastici, fan soddisfattissimi, lustrini, stelline a profusione e persino "la marmotta che confezionava la cioccolata". Tutto bene allora, “Black Rivers Flow” non ha deluso le aspettative, ha portato i Lazarus A.D. a diventare i nuovi “fenomeni” thrash del momento, tutti felici e contenti. Perdonate il sarcasmo ma se un disco come “Black Rivers Flow” riceve così tanta considerazione significa che, almeno in campo thrash/groove, stiamo davvero raschiando il barile, continuando a ripeterci in una sorta di autoconvincimento che la situazione è florida di band valide e lavori degni di nota.

Sì, “Black Rivers Flow” è suonato in modo impeccabile, il suono è stato curato da un certo James Murphy ("scusa se è poco") quindi perfetto e potente come un diretto di Ivan Drago, le canzoni, se ascoltate durante le faccende quotidiane o navigando in rete, sono un'istigazione all'headbanging più sfrenato, anch'esse perfette e rifinite come meglio non si poteva. Una bellissima costruzione dalle fondamenta molto fragili purtroppo... Dove sono le idee? Dove è la personalità? Siamo così diventati superficiali per appiopparci “Black Rivers Flow” senza considerare minimamente la reale caratura dei brani proposti? Un sound sì efficace ma che fa incetta di tutto quello che di buono hanno prodotto band storiche come Testament, Metallica e Pantera (e grazie al c...), unito alla verve più moderna di gente come Chimaria e Lamb of God, fra le poche thrash/groove band moderne a poter brillare per luce propria. Da ingredienti di prima qualità non potrà mai risultare un piatto indigesto, sempre che lo chef sappia come e dove muoversi.

I Lazarus A.D. da questo punto di vista sono professionisti da guida Michelin, musicisti di tutto rispetto che sicuramente sapranno scatenare infernali mosh-pit ovunque, ma a cui manca l'ingrediente principale: la personalità. Nove brani godibilissimi, senza cali ma nemmeno picchi elevatissimi, che faranno la gioia di thrasher vecchi e nuovi (soprattutto nuovi e giovani), ma che dopo un paio di ascolti sanno già di vecchio. Se invece ve ne sbattete di cercare il pelo nell'uovo, ascoltate senza indugi, vi divertirete molto. Rimane a voi la scelta da che parte stare.



01.American Dreams

02.The Ultimate Sacrifice

03.The Strong Prevail

04.Black Rivers Flow    

05.Casting Forward

06.Light A City (Up In Smoke)

07.Through Your Eyes    

08.Beneath the Waves of Hatred        

09.Eternal Vengeance

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool