Thomas Giles
Pulse

2011, Metal Blade
Alternative Rock

Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 31/01/11

Se il moniker Thomas Giles non vi dice nulla, probabilmente il nome Tommy Rogers vi verrà in soccorso. Se non avete ancora inquadrato nulla, possiamo citare i fenomenali Between the Buried and Me. Se nemmeno questo riesca a fare luce, beh... fate ammenda, cospargetevi il capo di cenere e ponete subito rimedio.

Senza ulteriori giri di parole, questo “Pulse” è il primo disco solista del cantante e tastierista dei Between the Buried and Me, ovvero quel Tommy Rogers che per questo progetto ha scelto i suoi due nomi propri, quasi a voler ribadire che “Pulse” è una cosa interamente sua. Non a caso il talentuoso musicista americano si è occupato di tutto, dalla scrittura di musica e testi, suonando tutti gli strumenti e curando personalmente la produzione. Ovviamente il nome della band madre, decisamente un traino non da ridere per questo disco, non deve trarre in inganno: della superba masturbazione strumentale degli americani in “Pulse” non vi è traccia; Thomas Giles sentiva evidentemente il bisogno di produrre qualcosa che con i Between the Buried and Me non avrebbe mai potuto fare. Un traino che evidentemente è stato fiutato dai boss della Metal Blade, occupandosi subito di Thomas, benché la proposta sia molto lontana dai canoni tipici della label.

A dire il vero “Pulse” è lontano anche dai canoni metal e rock tradizionali, posizionandosi su un ibrido rock/pop di grande classe, con qualche venatura prog, in cui il nostro dà sfoggio di tutta la delicatezza che solo in questo contesto può esprimere: suoni caldi, voce pulita sempre bellissima, atmosfere dilatate ed elettroniche, il giusto tocco sperimentale, melodie profonde ed estrema cura nei minimi particolari. Un disco strano “Pulse”, di difficile catalogazione, con una tracklist sì omogenea ma in grado di regalare belle sorprese: dall'ottima “Sleep Shake”, il biglietto da visita di Thomas, certamente il pezzo migliore per saggiare le qualità dell'album, si passa a brani più “leggeri” come “Reverb Island”, in cui non mancano le assonanze ai gettonatissimi Muse, e frangenti elettronici come “Catch & Release” o “Reject Falicon”. Il tutto è giocato sempre sulla voce di Thomas, attorno alla quale riesce sempre a costruire brani interessanti, evocativi, delicati, spesso estremamente emozionanti, vedi la conclusiva “Hypoxia”, una ballata struggente di grande classe.

È davvero dura descrivere a parole “Pulse”, un esperimento riuscitissimo ricco di sfumature magicamente fuse in un prodotto organico di grande valore, un album che potrebbe vivere benissimo senza la “spinta” della band madre (e sono pochi i dischi solisti in grado di reggersi in piedi da soli). Un lavoro in cui Tommy Rogers ci mostra il lato più malinconico della sua musica, dimostrando ancora una volta di essere un Musicista con la “m maiuscola”. Se siete fan dei  Between the Buried and Me un ascolto è obbligatorio, se non lo siete, colmate la lacuna e ascoltatevi “Pulse”, non ve ne pentirete.



01.Sleep Shake

02.Reverb Island

03.Mr.bird

04.Catch & Release

05.Hamilton Anxiety Scale

06.Scared

07.Reject Falicon

08.Medic

09.Suspend The Death Watch

10.Armchair Travel

11.Hypoxia

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool