Silver Lake
Silver Lake

2011, SG Records
Prog Metal

Recensione di Alessandra Leoni - Pubblicata in data: 05/02/11

I Silver Lake sono una nuova realtà tutta italiana appartenente al già prospero progressive metal italiano. Questa band di Rimini non è di certo poco esperta: in attività sin dal 2003, cimentandosi in cover di Angra, Dream Theater e Pain Of Salvation, decide "solo" nel 2011 di dare alla luce il proprio disco d'esordio, intitolato molto semplicemente "Silver Lake".


Ebbene, il disco è decisamente di buona fattura, per essere un esordio, partendo in primo luogo dalla produzione cristallina che rende subito gradevole e piacevole l'ascolto dell'album. Si può dire certamente che qualche influenza dei gruppi coverizzati sia rimasta negli emiliani: sporadicamente, si può avvertire qualche sciorinata più power metal, o qualche soluzione stilistica più vicina ai nostri cari Dream Theater. Tuttavia, la sottoscritta si sente di dire che in realtà, la sensazione generale che si respira è decisamente più appartenente al panorama italiano. Non è qualcosa di facile da spiegare in poche parole, ma chi è un po' più intenditore del genere, sicuramente riesce ad accostare questo ensemble più allo stile dei Vision Divine, dei Killing Touch. Non a caso, il buon Michele Luppi collabora in questo full length con un'intensa canzone intitolata "Life", che ricorda un po' lo stile della sua band; ma soprattutto, ho notato che il vocalist dei Silver Lake, Davide Bertozzi, ha un timbro di voce sorprendentemente somigliante al famoso cantante italiano. Oppure, volendo cercare un paragone con band similari europee, non mi è certo sfuggita una certa somiglianza, per il particolare gusto delle tastiere e delle chitarre che costruiscono la struttura della canzone, con i Vanden Plas, già recensiti in questa sede. Ascoltare l'introduttiva "Before The Storm" per credere.


I Nostri, poi, cercano di non esagerare o di annoiare l'ascoltatore, concedendo una sola divagazione puramente strumentale in "Break", senza eccedere in virtuosismi fini a se stessi. Il buon equilibrio tra brani decisamente potenti ed aggressivi alla Labyrinth, come in "Help To Fight The Rain", o quelli più propriamente progressivi e complessi come la conclusiva "Silver Lake", rende quest'album piuttosto ben studiato e sicuramente maturo abbastanza per essere apprezzato a dovere dagli estimatori del genere. Anche perché, questi ragazzi mostrano una bella preparazione e una tecnica solida e convincente, per cui non dar loro una possibilità?





01. Before The Storm
02. Help Me To Fight The Rain
03. Break
04. Life
05. Slave To The Grind
06. Holy Affinity
07. Meet You Again
08. Silver Lake

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