Ebbene, il disco è decisamente di buona fattura, per essere un esordio, partendo in primo luogo dalla produzione cristallina che rende subito gradevole e piacevole l'ascolto dell'album. Si può dire certamente che qualche influenza dei gruppi coverizzati sia rimasta negli emiliani: sporadicamente, si può avvertire qualche sciorinata più power metal, o qualche soluzione stilistica più vicina ai nostri cari Dream Theater. Tuttavia, la sottoscritta si sente di dire che in realtà, la sensazione generale che si respira è decisamente più appartenente al panorama italiano. Non è qualcosa di facile da spiegare in poche parole, ma chi è un po' più intenditore del genere, sicuramente riesce ad accostare questo ensemble più allo stile dei Vision Divine, dei Killing Touch. Non a caso, il buon Michele Luppi collabora in questo full length con un'intensa canzone intitolata "Life", che ricorda un po' lo stile della sua band; ma soprattutto, ho notato che il vocalist dei Silver Lake, Davide Bertozzi, ha un timbro di voce sorprendentemente somigliante al famoso cantante italiano. Oppure, volendo cercare un paragone con band similari europee, non mi è certo sfuggita una certa somiglianza, per il particolare gusto delle tastiere e delle chitarre che costruiscono la struttura della canzone, con i Vanden Plas, già recensiti in questa sede. Ascoltare l'introduttiva "Before The Storm" per credere.
I Nostri, poi, cercano di non esagerare o di annoiare l'ascoltatore, concedendo una sola divagazione puramente strumentale in "Break", senza eccedere in virtuosismi fini a se stessi. Il buon equilibrio tra brani decisamente potenti ed aggressivi alla Labyrinth, come in "Help To Fight The Rain", o quelli più propriamente progressivi e complessi come la conclusiva "Silver Lake", rende quest'album piuttosto ben studiato e sicuramente maturo abbastanza per essere apprezzato a dovere dagli estimatori del genere. Anche perché, questi ragazzi mostrano una bella preparazione e una tecnica solida e convincente, per cui non dar loro una possibilità?