Battlelore
Doombound

2011, Napalm Records
Epic Metal

Recensione di Davide Panzeri - Pubblicata in data: 08/02/11

Dieci anni di attività, e qual miglior modo di festeggiare se non rilasciando un guizzante nuovo album? “Doombound” è il sesto sigillo della band finlandese, disco che giunge a tre anni di distanza dal precedente “The Last Alliance”. Anni fa scoprii i Battlelore grazie ai loro primi due lavori “…Where The Shadows Lie” e “Sword’s Song” datati rispettivamente 2002 e 2003, che, ad essere sincero, non mi avevano riscaldato troppo l’animo (probabilmente i Nostri erano ancora troppo acerbi). Rimasi tuttavia compiaciuto di questa nuova band, guardando fiducioso verso il futuro che avrebbe potuto regalare loro molte soddisfazioni. Poi, come succede molto spesso, li ho persi di vista per lungo tempo per ritrovarli infine ora, agli inizi del 2011, sempre con qualche cartuccia (debole) da sparare.

 

E’ cosi che mi avvicino a “Doombound”, album di semplice ascolto, dotato di grande personalità ma anche di moltissimo riciclo. Il gruppo, capitanato dal chitarrista Jyri Vahvanen, rimane fedele al maestro fantasy per eccellenza J.R.R. Tolkien per quanto riguarda tematiche trattate e lyrics, sviluppa la propria struttura attorno alla figura dell’eroe Túrin Turambar e alle sue gesta, donandogli nuova linfa e luce. Il sound caratterizzante del disco si è sviluppato molto negli anni, divenendo in qualche modo più epico, teatrale e a sprazzi bombastico. Certo, i nostri non spiccano per originalità ed inventiva (pensiamo alle innumerevoli band con doppia voce maschile/femminile pulita e sporca, al genere ultra inflazionato dominato dai Nightwish ed Epica soprattutto, e così via), non saranno di sicuro la prima stella a brillare nelle volte celesti di notte, ma dalla loro riescono a portare un po’ d’acqua al proprio mulino. Il disco soffre però di una ripetitività di fondo che rende i brani un po’ troppo simili fra loro e che spesso ci conduce a vagare con la mente verso altri lidi (e questa non è ovviamente cosa buona). L’eccezione che conferma la regola, per fortuna, è data da alcuni brani martellanti e spediti che lo tengono a galla, vedi “Iron of Death” o “Last of The Lords”. Pezzi veloci e aggressivi come quelli appena citati sono intervallati sapientemente da tracce più lente (“Enchanted”) e mid-tempo di dubbia qualità (“Olden Gods”) che relegano il disco su un livello qualitativo di media fattura.

 

Il risultato finale di “Doombound” è quanto mi auguravo di non trovare. Una band in evoluzione e giovane come loro non può arenarsi in certi cliché e ricicli di canzone, ma deve trovare la propria strada, anche se questo vuol dire dare una sferzata decisa alla propria musica. Non basta Dan Swano al mixaggio e al mastering, ai Battlelore servono più concretezza e una maggior fiducia dei propri mezzi, perché comunque, qualcosa di buono nel platter lo si è visto. Rimandati.





01.Bloodstained
02.Iron of Death
03.Bow and Helm
04.Enchanted
05.Kärmessurma
06.Olden Gods
07.Fate of the Betrayed
08.Men as Wolves
09.Last of the Lords
10.Doombound
11.Kielo (Instrumental)

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