Nasty Tendency
Hello Suckers

2011, Spider Rock Promotion
Heavy Metal

Recensione di Marco Somma - Pubblicata in data: 07/02/11

Giunti alla loro seconda fatica in studio I Nasty Tendency dimostrano di non essere un fuoco di paglia, ma al contrario danno prova di un discreto miglioramento. I registri rimangono saldamente legati a quelli dell’heavy più spudoratamente anni 80, ragion per cui non c’è da aspettarsi chissà quali soluzioni nuove o sorprendenti, ma tutto il nuovo “Hello Suckers” è pervaso da una vitalità semplice e genuina che difficilmente non scuoterà gli amanti del genere.

Un fatto compiuto è che il combo di Forlì potrebbe aver tranquillamente registrato queste undici tracce venticinque anni fa, ignari di quanto sarebbe successo nei decenni successivi, dando vita a quello che allora non avrebbe assolutamente sfigurato tra le stampe di nomi ben più blasonati. “Stay Heavy” la dice lunga riguardo alla freschezza di pensiero dei Nostri. Di fronte a tanto sfoggio di riff “ignoranti” e cantato tagliente si può solo cedere il passo. L’opener è un po’ “Accept” un po’ “Overkill” prima maniera. Bonavita riversa nel suo microfono non solo delle linee vocali che già su carta hanno sicuramente tutto il sapore di metal d’altri tempi, ma vi aggiunge anche un piglio personale che fa quasi impressione per quanto sembri rubati alla golden age del NWOBHM. “Jailbreaker” prosegue su binari che verranno cavalcati fino all’ultimo secondo del platter, senza il minimo sentore di volerli abbandonare neppure per un istante.
Con tutta franchezza un’analisi traccia per traccia sarebbe quanto di più inutile. Al terzo o quarto ascolto, possono cominciare ad emergere alcune tracce come punti di forza di una produzione per il resto straordinariamente solida e unitaria. Una particolare menzione può magari andare al terzetto fulminante di “Burn Baby Burn”, “ Metal Strikes Again” e “Play Ot Loud”.

Alle spalle della band, e siamo pronti a scommettere anche nel futuro, ci sono palchi condivisi con nomi come L.A Guns e Blaze Bailey senza il minimo rischio di sfigurare. Alla band romagnola potrà anche mancare un filo di esperienza se paragonata a simili nomi che tritano chilometri su e giù dai palchi di tutto il mondo da oltre vent’anni, eppure la scelta artistica fatta dai Nasty è assolutamente vincente. Nessuna elaborazione da post-produzione impossibile da riproporre in sede live. Nessuna sovrapproduzione da disco progressive dell’ultima ora. I Nasty Tendency sono quanto di più onestamente heavy metal sentito da tanti anni a questa parte, almeno rimanendo nell’ambito del bel paese.
Melodici anche quando sono graffianti, anche quando si danno alla ballad “SwitchBlade Serenade”, il quartetto non  dimentica le proprie origini sonore, infilando di tanto in tanto assoli alla Scorpions su basi di basso che potrebbero venire direttamente dal disco d’esordio degli storici “Iron Maiden”. La serenata è appena sfumata quando “Burn baby burn” fuga ogni dubbio riguardo al legame tra i Nasty e i mostri sacri appena nominati.

Tanta derivazione potrebbe far storcere il naso a più di un fan, sempre in spasmodica attesa di una nuova uscita della band del cuore ma restio ad accettare nuove incarnazioni genere. Si sa il metallaro duro e puro è difficile da accontentare. Incapace di accettare completamente il nuovo corso preso dal gruppo storico, lanciato in una personalissima evoluzione artistica difficilmente capita e condivisa dai fan. Refrattario alle nuove incarnazioni del genere, spesso per gli stessi motivi che un tempo lo fecero innamorare di combo del passato, troppo caotici, troppo brutali, troppo “pesanti” o troppo “leggeri”. I Nasty Tendency se ne fregano continuando caparbiamente sulla loro strada e, a giudicare dal risultato, non si può dar loro torto! Un ascolto obbligato per tutti gli amanti del genere in barba a tutte le masturbazioni mentali di cui sopra.



01.Stay Heavy

02.Jailbreaker

03.Rocket Woman

04.Love Is Over

05.Gimme The Nite

06.SwitchBlade Serenade

07.Burn Baby Burn

08.Metal Strikes Again

09.Play Ot Loud

10.One More Round

11.Dead On Arrival

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