I Suffer Incorporated
Diagnostic And Statistical Manual Of Me(n)tal Disorder

2011, Spider Rock Promotion
Nu Metal

Recensione di Marco Somma - Pubblicata in data: 07/02/11

Qui si parla di dolore interiore, ma non solo! Gli I Suffer Incorporated si presentano sul mercato con un Ep a dir poco ricco di presupposti se non di contenuti. Solo a voler considerare le collaborazioni c’è di che leccarsi i baffi. Il Conte (voce storica dei Wine Spirit), Val Monteleone (Dying Diva, Brendon Boys) e per finire Federico Ferranti (Blind Horizon) che ha prestato la sua sei corde in ogni singola traccia. Fatta eccezione per l’apripista “Blasting Rodeo Drive”, unico brano opera dei soli Suffer, ogni altra traccia sul mini vanta la partecipazione di nomi più o meno famosi. Ma qual è il risultato finale di un simile sforzo produttivo?

L’opener è anticipata da una breve intro elettronica che sa di acid-house, disarmonico e disturbante ai limiti del tollerabile, fa sembrare l’attacco dei chitarroni distorti che giunge di lì a poco un rilassante massaggio shiatsu. Archiviata l’introduzione il pezzo si sviluppa poi su linee ai limiti del metalcore, fatta forse eccezione per qualche concessione melodica affidata a riff di chitarra quasi maideniani. La linea vocale è essenziale e si appoggia su una ritmica serrata e priva di fughe anche quando accenna a rallentare un attimo la corsa. Fa un po’ meglio la seconda “Don't Wanna Be Like Johnny”. Un po’ più orecchiabile, seppure la mancanza di una certa personalità che ancora deve davvero riuscire ad emergere, incida negativamente sull’economia del pezzo. Il ritornello è comunque piuttosto efficace anche se mal si contende la posizione di primo piano con gli “assoli” meno melodici. “Pocket Doll” è il momento di metal estremo più ordinario e dovuto. Per chi non chiede di meglio qui si possono trovare tutti gli ingredienti del caso. Voci con travasi di bile adolescenziali, assolutamente incantabili ma piuttosto catartici, blastbeat come se piovesse e continui passaggi tra registri di chitarra furiosi prima e più meditativi poi, tanto adatti ad esprime il dolore interiore (?). Scolastica per un genere i cui stilemi sono stati messi in fila ordinatamente da diverso tempo, ma comunque ben fatta.

Spiace dirlo ma risulta invece del tutta inutile la cover degli storici UFO. Il tema portante della mitica “Doctor Doctor” riproposto ormai da un’infinità di band diverse, si perde qui in una marcia troppo serrata e fallisce completamente d’intenzione; la performance vocale purtroppo non aiuta. Spiacenti ma quando si gioca col fuoco si rischia di rimanere scottati. Chiude il capitolo “The Male Supremacy”, probabilmente quanto di meglio sentito fin qui. Si sente chiaramente una virata verso il power più robusto. Il pezzo è debitore di certi In Flames ma comincia da avere una sua identità musicale, che speriamo venga sviluppata nei lavori a venire.

Diagnostic and Statistical Manual of Me(n)tal Disorder” è un lavoro “giovanile”, che non riesce ad emergere come ci si sarebbe potuto aspettare dati i presupposti. Ora non resta che aspettare Lp e stare a vedere.



01.Blasting Rodeo Drive

02.Don't Wanna Be Like Johnny

03.Pocket Doll

04.Doctor Doctor

05.The Male Supremacy

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