Syndone
Melapesante

2010, Electromantic Music
Prog Rock

Recensione di Nicola Gospel Quaggia - Pubblicata in data: 22/02/11

Per chi ama il rock progressivo suonato con cognizione di causa e maestria, "Melapesante" dei Syndone, non sarà certo una delusione. A guidarli è Nick Comoglio, uno dei maestri del rock progressivo italiano contemporaneo, che si avvale con molta maestria di una mise en place di strumenti suonati davvero invidiabile: pianoforte (suonato davvero divinamente), sintetizzatore Moog e organo Hammond. A completare la formazione ci sono Federico Marchesano al basso, Francesco Pinetti, vibrafono, timpani e cembali, Paolo Rigotto alla batteria e Riccardo Ruggeri come cantante. Con collaborazioni di violoncellisti, violinisti, cantanti liriche, flauti, oboi, fiati, chitarre classiche e armoniche, questo disco si rivolge ad un pubblico colto e raffinato, fatto di musicisti esperti e capaci che possano apprezzare a pieno le qualità tecniche dell’ensemble.

La voce di Riccardo Ruggeri  (autore dei testi, uno dei maggiori punti di forza del disco) riesce ad essere pulita ed elegante, senza mai farsi mancare nulla dal punto di vista dell’emotività e trovando anche modo di essere tagliente ed aggressiva, alle volte. Va detto, in ogni caso, che si tratta di un disco per appassionati, per quella nicchia di appassionati del progressive, che sapranno apprezzare la pulizia dei suoni e la raffinatezza degli arrangiamenti. Ciò nonostante, anche un neofita, un qualunque ascoltatore con un minimo di cultura musicale, dovrà riconoscere a questo lavoro dei Syndone la capacità di sapersi lasciare ascoltare. L’abilità dei musicisti in questione non è riscontrabile solamente nella tecnica eccezionale posseduta da ogni singolo componente dell’ensemble , non si tratta, insomma, di tecnica fine a se stessa. I Syndone riescono sicuramente a catturare l’attenzione, a creare un’atmosfera, alle volte non delle più entusiasmanti, ma pur sempre un’atmosfera: qualcosa che li contraddistingue come musicisti ed autori.

Bisogna conoscere la musica, tutta la musica, e bisogna conoscerla piuttosto bene per apprezzare questo disco. “Mallo In Adversity”, ad esempio, è qualcosa di eccezionale: il piano riesce ad unire atmosfere tanto distanti quanto possono esserlo Dmitri Shostakovich (massimo compositore per pianoforte del XX secolo, a mio avviso) e la Bossa Nova. L’introduzione di “Mallo In Adversity” riuscirà a catturare l’attenzione di chiunque ami sinceramente e smodatamente la musica, anche se il resto della canzone dovesse deludere le aspettative, ma questa è questione di gusti. Le parti in cui il piano di Comoglio “impazzisce” sono davvero molto interessanti ed innovative. “Mela Pensante”, la canzone immediatamente successiva a “Mallo in Adversity”, risulta decisamente riuscita, con la sua atmosfera brubeckiana e il suo atteggiamento un po’zappiano: un blues che si lascia andare in svisate di mazurka e walzer, qualcosa di delizioso.

Nel genere, "Melapesante" spicca sicuramente per originalità e vivacità, un disco altamente consigliato ai progster di ieri e di oggi.



01.Melancholia D'ophelia

02.Allegro Feroce

03.Melapesante

04.Magritte

05.Giardino Delle Esperidi

06.Malo In Adversity

07.Mela Pensante

08.Mela Di Tell

09.Dentro L'inconscio

10.4 Hands Piano Boogieprog

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