Tangent Plane
Project Elimi

2011, 7Hard
Prog Metal

Recensione di Marco Somma - Pubblicata in data: 22/02/11

Tangent Plane, ovvero dalla Germania con confusione.

I tedeschi Tangent Plane danno alle stampe la loro seconda fatica discografica in una mescola di idee tanto varie quanto confuse. Il materiale in questo “Project Elimi” non sembra mancare, anzi a dirla tutta si direbbe che di materiale a disposizione ce ne fosse anche in eccesso.

Fin dalla prima traccia il disorientamento prende il sopravvento su ogni altra sensazione. “One Month In Real Time” si apre su soluzioni piuttosto ordinarie per il genere power, per poi mostrare, nell’arco di pochi secondi, il suo lato più progressive; e qui vengono le note dolenti. Senza essere luminari della composizione o teorici illustri della melodia, è facile rendersi conto di quanto sforzo un disco progressive richieda in termini di arrangiamenti e post-produzione. Non essendo questa la sede per stare a discutere della bontà intrinseca del genere, non resta che valutare il prodotto specifico e risulta inevitabile sbattere la faccia contro un preoccupante disequilibrio tra le parti. Se la produzioni non ha infatti nulla da invidiare a quella dei migliori platter, si direbbe addirittura che sia stata fatta un scelta calcolata per arrangiare il meno possibile le composizioni. L’opener è di fatto un puzzle di pezzi mal incastrati e forse mal tagliati, che sembrano rifiutarsi di voler collaborare nella creazione di una convincente immagine d’insieme.

Non fa molto meglio “One With The Lies” che anzi pone in apertura una linea vocale fuori tempo sinceramente disturbante. Rimane e rimarrà per gran parte del disco il tarlo insopprimibile del dubbio. Disordine voluto o incidente di percorso? Sulle prime note di “Ice Age” un ulteriore dubbio, forse meno spinoso ma capace di metterci nella giusta direzione. La ballad sembra covare in seno una lotta impari tra gli elementi prog e quelli power e proseguendo nell’ascolto, in pochi, dovendo scegliere tra uno dei due avversari, scommetterebbero sul più raffinato e complesso prog. Continuiamo cosi nel percorso, spinti però, siamo sinceri, più dalla curiosità che dal coinvolgimento. Curiosi di vedere dove ci porterà lo sforzo produttivo del combo tedesco. “Borrow Me Your Dullness” mette perfettamente in chiaro quale dei vari ingranaggi scricchiolanti fa la maggior fatica a girare. Jan Michaelis presta la voce a delle linee vocali che molto raramente sembrano trovare il giusto punto d’incontro con la musica che le accompagna. Ad un primo superficiale ascolto si potrebbe avere l’impressione che sia la performance stessa del vocalist a fare difetto, di certo la timbrica piuttosto singolare del cantante favorisce questa lettura. E’ però evidente dopo ripetuti ascolti che Michaelis fa il possibile per rendere il tutto quantomeno interessante se non piacevole. La sua è una timbrica assolutamente “straniera” nei lidi del progressive e poco conosciuta anche in quelli del power, ma non manca né di carattere né di padronanza. Sembra però che nella stesura dei pezzi, non si sia fatto il ben che minimo sforzo per integrare il ruolo del vocalist.

Non è la prima volta che capita di ascoltare un disco cosi ricco di contraddizioni, ma bisogna dire per amor di completezza che qui le contraddizioni mutano a tratti in contrasti ruvidi e sgradevoli. Peccato perché i Tangent Plane non mancano di numeri, si direbbe però che abbiano fatto qui il passo più lungo della gamba. Prima di tentare nuove sorprendenti soluzioni di genere avrebbero forse dovuto affinare le basi, trovare una più semplice identità musicale, come quella di un certo power appena arricchito da pizzichi di prog, come molti altri prima di loro. Troppo già sentito? Forse, ma se può essere ben suonato e più nelle corde della band perché non farlo? Anche il rapporto con l’elemento voce è assolutamente da rivedere. Giunti al termine di un  ascolto un po’ sofferto, si direbbe proprio che gran parte dei brani siano stati composti e arrangiati prima e sia stato fatto poi uno sforzo per porvi sopra linee vocali più o meno adatte.

Ci chiedevamo dove ci avrebbe portato lo sforzo dei Tangent Plane e non ci resta che continuare a chiedercelo. Con un po’ di fortuna nei lavori futuri si sarà fatta maggior chiarezza e potremo godere tutti maggiormente di questi innegabilmente dotati musicisti.



01.One Month In Real-Time

02.One With The Lies

03.Ice Age

04.Borrow Me Your Dullness

05.Do You Live

06.Deadborn

07.One Moment And The Murder After

08.Project Elimi

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