E’ proprio vero che l’abito non fa il monaco. Come molto spesso ed erroneamente accade si parte un po’ prevenuti nei confronti di quello o codesto gruppo per i più disparati motivi: dal “oh no, un’altra band fatta con lo stampino” al “ecco, un altro album folk senza possibilità”. Diciamo che io mi sono piazzato esattamente a metà tra le due opzioni; che madornale errore! I Dalriada (noti fino al 2007 con il nome Echo Of Dalriada) sono una formazione di provenienza ungherese nata nel 2003 e devota a un genuino quanto appagante folk metal ispirato a tradizioni e scrittori locali. La band consta attualmente di sei membri: Laura Binder, affascinante cantante dalla voce singolare e caratteristica, András Ficzek, voce maschile e chitarre assieme a Mátyás Németh-Szabó, István Molnár al basso, Barnabás Ungár alle tastiere e Tadeusz Rieckmann alla batteria.
Musicalmente parlando i Dalriada non sono dei novellini, all’attivo hanno già sei studio album (compreso questo nuovo "Ígéret") che provvederò a recuperare appena possibile. Per descriverli sappiate che vi basterà pensare agli attuali Korpiklaani (non per niente Jonne Järvelä appare come special guest in “Leszek A Hold”), Blackguard, strumenti di folklore ungherese e non, frullati assieme e serviti in un bicchiere da Martini (ovviamente agitato e non mescolato) con una sola oliva. Quello che differenzia i Dalriada dalle altre band del sempre più inflazionato genere folk è quello di possedere una capacità di songwriting fuori dal comune, ottimo coinvolgimento ed originalità non indifferente. Sembra che per loro tutto sia semplice e naturale, non si perdono in inutili e banali fronzoli, catturano l’essenza ungherese, la plasmano alla loro maniera e la propongono in chiave metal in modo fresco ed immediato. I motivetti di tastiera sono di una bellezza e di un'orecchiabilità disarmanti, la voce di Laura cattura per la sua particolare timbrica (sarà che la lingua ungherese è molto adatta a questo tipo di canzoni) davvero semplice e virale, alternata alla buonissima prestazione di Andràs che sfoggia un buonissimo screaming. Le melodie sono il vero cuore pulsante della formazione ungherese: passagi enormemente danzerecci e festosi contaminano l’intero platter rendendo l’ascolto piacevole e molto scorrevole.
Insomma, un fulmine a ciel sereno per quanto mi riguarda. Un’ottima scoperta di assoluto livello per gli amanti del folk e di sonorità leggermente più esotiche rispetto ai soliti canoni. Davvero faccio fatica a trovare particolari difetti in questo album, anzi, ora che ci penso un paio li ho identificati: intro e outro mi sono parse piuttosto bruttine.
Dalriada
Igeret
2011, AFM Records
Folk Metal
01. Intro
02. Hajdútánc
03. Hozd El, Isten
04. Mennyei Harang
05. Ígéret
06. Igazi Tűz
07. Kinizsi Mulatsága
08. A Hadak Útja
09. Leszek A Csillag
10. Leszek A Hold
11. Outro
02. Hajdútánc
03. Hozd El, Isten
04. Mennyei Harang
05. Ígéret
06. Igazi Tűz
07. Kinizsi Mulatsága
08. A Hadak Útja
09. Leszek A Csillag
10. Leszek A Hold
11. Outro