Darkest Era
The Last Caress Of Light

2011, Metal Blade
Heavy Metal

Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 10/03/11

Dischetto interessante questo “The Last Caress Of Light”, debutto sulla lunga distanza degli irlandesi Darkest Era, arrivati all'attenzione della prestigiosa Metal Blade. A giudicare dal contenuto di queste tracce, una band che si è fatta le ossa per anni e che ha strappato un contratto importante con pieno merito, fiera di un sound potente ed evocativo e di una personalità già spiccata.

Non che i Darkest Era inventino chissà cosa, ma quello che fanno lo fanno decisamente bene, rielaborando secondo il proprio gusto influenze e stili musicali, al fine di un risultato di tutto rispetto. Siamo sul versante folk/heavy di un ipotetico emiciclo del rock, al cospetto di otto canzoni strutturate e convincenti che riescono a crescere con gli ascolti, dai toni epici e, ovviamente, folk, senza però le esagerazioni di tante formazioni inserite in questo filone. Niente strumenti antichi, niente ironia alcolica, niente motivetti da cantare a squarciagola, i Darkest Era “fanno sul serio”, sfornando uno stile fiero, solido, emozionale, come la voce stentorea del frontman Krum.

Metteteci una manciata di Thin Lizzy, un tocco di Primordial, una spruzzata della tradizione folk irlandese, ampie dosi di Iron Maiden d'annata e avrete “The Last Caress Of Light”. Certo, detto così sembrerebbe un miscuglio poco definito, ma vi assicuriamo che durante l'ascolto tutte le sfumature sono ben amalgamate tra di loro, non vi sono forzature o elementi che stonano. Tutto quanto è composto per accentuare la vena epicheggiante del full, anche a costo di risultare sin troppo statici e fossilizzati su determinati binari. Questo è forse l'unico difetto che possiamo riscontrare nei Darkest Era, quello cioè di non riuscire ancora a diversificare la proposta in modo da renderla più accattivante, meno prevedibile. È come se trovata la soluzione giusta nei primi brani, i nostri abbiano voluto andare sul sicuro, seguendo pressapoco le stesse strutture perdendo mordente nei minuti finali.

Un piccolo neo che in un debutto è ampiamente giustificabile, a fronte di canzoni molto generose (siamo sui sette minuti di media), ricche di spunti per gli amanti di queste sonorità, potendo contare anche su una produzione perfetta e di un artwork di categoria superiore. Alla fine il piatto della bilancia pende assolutamente sui pregi, regalandoci un nome da tenere d'occhio per il futuro.



01.The Morrigan

02.An Ancient Fire Burns

03.Beneath The Frozen Sky    

04.Heathen Burial

05.Visions of the Dawn

06.To Face The Black Tide

07.Poem To The Gael

08.The Last Caress Of Light Before The Dark

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