Scythia
...Of War

2010, Asher Music
Folk Metal

Recensione di Davide Panzeri - Pubblicata in data: 14/03/11

Se seguite costantemente le recensioni pubblicate su SpazioRock, allora vi sarete accorti che  ultimamente sono state trattate alcune tra le più disparate band in ambito folk e viking. Fedeli al motto del “non c’è due senza tre e il quattro vien da sé” mi appresto a recensire questo “… Of War”, debut album dei canadesi Scythia. Nati musicalmente a Vancouver nel 2008, i nostri traggono ispirazione dal folk metal europeo, attingendo a piene mani dalle sonorità tanto care a gruppi come Eluveitie e i sempre presenti Korpiklaani (si ravvisano anche sentori di folk mitteleuropeo). La formazione vede Terry Savage al basso, Scott F. Thompson alle tastiere, Morgan Zentner all’oboe, Dave Khan e Nik Golar alle chitarre e Celine Derval alla batteria (si avete letto bene: Celine, una donna); questi ultimi si dividono inoltre le molteplici linee vocali presenti nel disco.

Purtroppo non tutte le ciambelle escono col buco; a volte un sottile strato di frittura ne collega gli estremi rendendole un tutt’uno, altre invece escono semplicemente quadrate. E’ proprio questo il caso degli Scythia, baldi giovani pieni di belle speranze e sogni (auguro loro di poterli vedere avverati in futuro). Il disco è composto da nove brani (intro compresa) per una durata complessiva di 41 minuti, un po’ pochino a dire il vero. Il contenuto è altalenante: momenti piacevoli, brillanti e ingegnosi sono sinusoidalmente avvicendati ad altri di rara bruttezza e scontatezza (problemi di gioventù ed inesperienza, dico io). L’andazzo lo si intuisce immediatamente con la prima traccia del platter: “Fierce Rider Of Scythia”, che cattura immediatamente l’attenzione ma al tempo stesso è colpevole di non aver troppo mordente e di fare poca presa sull'ascoltatore, che rimane abbandonato e per nulla appagato. Il resto del disco è un coacervo di strumenti musicali (da violini a fisarmoniche), strade iniziate e non finite e di incespicamenti evidenti.

Un certo sentore amatoriale si percepisce fin troppo distintamente, partendo per esempio dalla copertina anonima e poco caratterizzante, passando per le foto promozionali fin troppo paracule (scusate il termine), fino a giungere alla qualità sonora e alla pulizia del disco evidentemente autoprodotto. Gli Scythia pagano dazio, e lo fanno pesantemente. Che la scoppola gli serva da lezione e li sproni a creare qualcosa di più personale, ispirato e maturo.



01.Caspian Rhapsody
02.Fierce Riders Of Scythia
03.The Black Death
04.Red Wizard
05.Elegy
06.Adamantium
07.Dies Irae Pt. 1
08.Warrior's Anthem
09.Epilogue

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool