Last Autumn's Dream
Yes

2011, GMR Music
AOR

Recensione di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 25/03/11

Signore e signori, ecco a voi un fulgido esempio di gruppo rock eccelso, inspiegabilmente sottovalutato. I Last Autumn’s Dream, per chi ancora non lo sapesse, sono un act svedese che ha rilasciato otto dischi in soli nove anni, e la cui ispirazione è sempre ai massimi livelli. C’è un nome dietro la bontà di questo progetto: Mikael Erlandsson. Il frontman scandinavo, pensate, era riuscito ad assoldare tre Europe per l’esordio omonimo, Mic Michaeli, John Levén, Ian Haugland, che dopo la reunion con Joey Tempest sono stati costretti, pare controvoglia, a concludere il rapporto di lavoro. Mikael non è un tipo che si da facilmente per vinto, e consapevole di essere un raffinato songwriter, elegante riffamker nonché abile arruolatore, è riuscito a sostituirli con altri elementi meno famosi ma altrettanto rilevanti: Marcel Jacob (Talisman, poi purtroppo morto suicida e rimpiazzato da Nalle Påhlsson), Jamie Borger (Talisman, Treat) e Thomas Lassar (Crystal Blue, poi rimpiazzato dal Fair Warning Andy Malecek). Questo è quanto scriviamo in ogni recensione del gruppo, occupiamoci di "Yes".


Brani dalla struttura elementare e ritornelli irresistibili per un giusto equilibrio tra estetica e melodie floreali. I Last Autumn’s Dream ripartono da un disco glassato, fatto di tante canzoni al miele ricoperte da un sottile strato elettrico, come a ricordarci che stiamo pur sempre ascoltando del rock. Un po’ Journey, un po’ Gotthard, un po’ Aerosmith; gli svedesi ci abituano velocemente ad un unico flusso melodico, attingendo dai modelli che hanno segnato un’epoca, miscelandone le componenti essenziali e aggiungendo quel pizzico di personalità che rende ogni loro lavoro riconoscibile. Opinabile però la scelta di bruciare nell’immediato i migliori brani piazzandoli nei primi cinque posti della scaletta, perché così facendo il divario tra la prima e la seconda parte dell’album appare piuttosto evidente. Ma ancor più evidente è la grande inventiva di Mr. Erlandsson, che senza accorgimenti innovativi riesce a proporre, una volta ancora, materiale dallo smisurato impatto melodico che scivola via agile e leggiadro. Massima stima perciò per l’artista e per il gruppo, gente che merita di viaggiare il mondo predicando il (loro) verbo: che sia davvero la volta buona?





01.I’ve Fallen Into You
02.The Sound Of A Heartbreak
03.Another Night
04.Fool’s Game
05.If I Could Change The World
06.To Be With You
07.Michelle Don’t Live Here No More
08.In This Thing Too Deep
09.Still Standin’ Where Ya Left Me
10.Kissin’ Goodbye My Tears
11.Survivor
12.Alive

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