FireForce
March On

2011, 7Hard
Power Metal

Recensione di Marco Somma - Pubblicata in data: 29/03/11

Che i belgi fossero gente tosta già si sapeva (soprattutto i fiamminghi), che con simili tratti caratteriali e una certa memoria storica potessero essere straordinariamente adatti al genere nessuno poi lo dubitava, i FireForce hanno però deciso di sbattercelo in faccia con tutta l’indelicatezza possibile e non c’è dubbio che “March On” manderà in brodo di giuggiole gli amanti del power più duro e puro.

La proposta dei Nostri è sinceramente tanto ricca di derivazioni che si fa anche un po’ fatica a enumerarle tutte, ma nonostante questo l’originalità non manca. Badate bene che non si tratta  di originalità nelle composizioni e tanto meno di originalità nei contenuti, ma è innegabile che il quintetto di belgi è forte di una convinzione e una personalità che li faranno emergere dal mare in tempesta della moltitudine di band di genere. Il marchio di fabbrica dei Fireforce è senza dubbio alcuno la semplicità e il piglio diretto ereditato dagli storici “Running Wild” e se avete dei dubbi a riguardo di sicuro si dissolveranno come neve al sole al primo minuto dell’opener “Coastal Battery”. Come si diceva, i FireForce non fanno niente di nuovo e né questa, né la successiva “The Only Way” provano minimamente a smentire la cosa, ma quel che fanno lo fanno veramente bene.

Una prima sfumatura leggermente fuori dagli schemi si riesce comunque a percepire ad un attento ascolto, quando delle vaghe sensazioni di power d’oltre oceano cominciano a fare capolino tra le linee vocali e la ritmica sempre serratissima. Il punto di riferimento non sono gli esponenti dell’ultima ora, i nomi chiamati in campo sono ancora storici e in questo caso si tratta dei primi lavori targati “Iced Earth”. Flype si produce in una performance vocale che se non raggiunge gli apici del Barlow d’epoca (come potrebbe qualcuno potrebbe chiedersi), si distingue comunque fondendo la straordinaria umanità di Rock 'n' Rolf con quella del singer americano. Anche a livello di componimento ci accorgiamo procedendo nell’ascolto che le influenze da parte della band di Schaffer non mancano. “Horus (Bringer Of Order)” si veste di tutto punto per un incontro a metà strada con note uscite da “Burnt Offering”, salvo forse mostrare qualche difetto nel tessuto su un ritornello un po’ abusato e alla fine sgualcito.

Un certo orgoglio di popolo prende la mano alla band quando si tratta i narrare le gesta dei loro connazionali nella battaglia di Courtrai. Nota anche come la battaglia degli speroni d’oro per la quantità impressionante di speroni strappati ai cavalieri francesi caduti sul campo, è evidente che il rievocarla basta per far perdere la bussola alla band ma il risultato non è comunque terribile. Diciamo che ne scaturisce e qualcosa di becero e furioso al punto giusto. Dopo le riempitive “Moonlight Lady” e “Annihilation”, che scadono in un power forse fin troppo abusato (ma abusate sono anche le chitarre quindi ci sarà comunque chi apprezzerà), si torna su registri storici più convincenti. La scena si sposta nella Francia settentrionale, dove i tipici long bow inglesi segnano un capitolo fondamentale nella guerra dei cent’anni e a detta di molti storici nella storia della cavalleria che ne viene ferita mortalmente. I FireForce riescono a riportare splendidamente l’epicità del momento e una volta di più mostrano i muscoli sulle sei corde.

“March on” è promosso a pieni voti e c’è da sperare che il futuro dei FireForce si riveli altrettanto ispirato.



01. Coastal Battery

02. The Only Way

03. Firestorm

04. Horus (Bringer Of Order)

05. 1302 - Battle For Freedom

06. Moonlight Lady

07. Annihilation

08. Fly Arrow Fly (Crécy 1346)

09. Mona Lisa

10. Hold Your Ground

11. Born To Play Metal

12. Metal Rages On

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