Tante volte ci si chiede, arrivati ad un certo punto quale motivazione possa spingere un gruppo titanico ad andare avanti, a rimettersi assieme, raccogliere i cocci ed a ricomporli nuovamente. Le Orme, dopo questa dipartita importante, non si sono persi d'animo: rimanendo con l'unico membro originale degli albori, il batterista Michi Dei Rossi e con i restanti Michele Bon, il talentuoso tastierista e Fabio Trentini, il bassista, la band si è arricchita di un nuovo chitarrista, William Dotto e di Federico Gava. I fan nostalgici di Tagliapietra però non temano, poiché il sostituto è di tutto rispetto e di grandissimo valore: alla voce, infatti, troviamo Jimmy Spitalieri, che agli appassionati ed agli estimatori risulterà sicuramente noto, in quanto è stata la voce dei grandi Metamorfosi. Premesso tutto ciò, che tipo di album sarà questo "La Via Della Seta"?
Come in ogni disco all'insegna del progressive che si rispetti, questo full-length ruota ad un concept e nella fattispecie risulta essere molto affascinante e quanto mai attuale: l'incontro tra Occidente ed Oriente, con delle figure d'eccezione che hanno animato la millenaria Via della Seta: da Alessandro Magno, a cui è dedicata l'affascinante "Il Romanzo di Alessandro", a Marco Polo, che ha anche lui ampio spazio nel corso nel corso della narrazione. Questo disco è realmente un lungo viaggio, musicale e non solo geografico, attraverso mondi dimenticati e principi di convivenza e di armonia tra civiltà che oggigiorno sembrano essere bellamente cancellate dal nostro vivere quotidiano.
L'armonia è proprio il principio che costituisce questo "La Via Della Seta". Le sonorità sono solari, luminose, ariose. Il fatto che sia un concept non pesa affatto, in quanto i dodici brani proposti nel complesso non fanno durare l'album che 41 minuti. Sei brani sono cantati da Jimmy Spitalieri, che si rivela un ottimo interprete, dalla voce calda, espressiva: insomma, è una perfetta guida nel nostro viaggio. Gli altri sei brani sono affidati alla maestria dei musicisti partecipanti, che hanno saputo arricchire ogni brano con equilibrio, con riff di chitarra raffinati e ben curati; passaggi di batteria decisi e mai invadenti. Tuttavia, la sottoscritta ha notato il lavoro notevole e maiuscolo di Michele Bon, che ha saputo dare sfogo e sfoggio di tutta la sua abilità con lo strumento d'elezione. Sicuramente, gli ascoltatori riusciranno ad apprezzare tutti i passaggi di tastiere che accompagnano il resto degli strumenti, talvolta riuscendo anche a sovrastare sul resto. A completare l'accuratezza e la pregevolezza del disco, i testi curati da Maurizio Monti rappresentano una piccola perla di poesia e forniscono spunti utili per riflettere.
Insomma, Le Orme non sentono il peso degli anni e sono arrivati a quello stadio dove si possono permettere tranquillamente di fare quello che vogliono, dove non sia ha niente da perdere. Si sente l'atmosfera inconfondibile degli anni '70, di quel prog rock che ha segnato tanti appassionati ed ascoltatori italiani e non, ma quest'album ha una freschezza tale ed una cura per cui non può essere considerato un mero "lavoro minore" della band. Questo "La Via Della Seta" costituisce l'inizio di un nuovo viaggio per i Nostri. Vogliamo aggiungerci a loro e seguirli?