Shinin' Shade
Shinin' Shade [EP]

2011, Moonlight Records
Doom

Recensione di Marco Somma - Pubblicata in data: 18/04/11

Metodo di preparazione dello "Shinin’ Shade": prendete un po’ di Black Sabbath da “Vol.4” e “Sabbath Bloody Sabbath”, aggiungete un impronta decisamente marcata di Candlemass e, cosa davvero importante, condite poi il tutto con un’abbondante dose di groove dai richiami blues e jazz. Avete fatto? Ora lasciate riposare il tutto per due o tre anni. Non appena si sarà venuta a formare sulla superficie una patina densa, a metà tra Led zeppelin e Grand Funk Railroad, servite il tutto con abbondante sostanza psicotropa. No aspettate! Ora che mi sovviene c’è il rischio che cosi facendo finiate con il consumare roba proibita dalla legge, pena lustri di detenzione e ammonimento dei ben pensanti, e a ben vedere non è che l’aggiunta di sostanze psicotrope sia poi cosi necessaria!

Nell’Ep degli Shinin’ Shade di psichedelica se ne può trovare già in abbondanza senza bisogno di additivi. Da Parma arriva cosi una sorpresa di quelle più che gradite e una promessa per il futuro che non si limita a scimmiottare un genere, ma ne riporta in vita l’animo e i contenuti. In attività da circa cinque anni, il quartetto emiliano mette insieme quattro pezzi assolutamente straordinari in grado di catturare tutta l’ammirazione e la gratitudine di chi ha lasciato il cuore su certi vecchi solchi. Inutile perdersi in un’analisi traccia per traccia di un mini di sole quattro canzoni il cui punto comune, e punto di forza, è l’incredibile proprietà evocatrice ottenuta attraverso la fusione perfetta delle influenze descritte in apertura.

Ascoltando alcuni di quei dischi storici mi è capitato a più riprese di chiedermi perché associarvi il consumo di droghe. Non tanto perché non ne afferrassi l’affinità d’effetto ma proprio perché, visti gli incredibili mondi che certe registrazioni sanno aprire non ho mai compreso l’esigenza di aggiungervi altro. Francamente, che differenza potrà mai fare una canna se paragonata con “The Warning” dei Black Sabbath o con “No Quarter” dei Led Zeppelin? Ebbene lo stesso tipo di riflessioni emergono spontanee ascoltando questi quattro brani e questa, più di qualsiasi altra riflessione, mi porta a pensare di essere davanti ad un lavoro eccezionale.

Non resta a questo punto che consumare con tutta calma questo preparato, frutto della migliore alchimia, lasciandosi avvolgere dai fumi del piacere. Attendendo che i tempi siano maturi per un Lp assolutamente dovuto.



01. Means Finding Sunterra?

02. Riders Of The Dome Of Sagittarius

03. Sleepless/Vetronite

04. Journey Of The Man

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