La foresta sussurra di arcani segreti, è il luogo dove arde il verde bagliore e giace la grande eternità. Lasciatevi cullare dal suo cuore coperto di muschio e fate prendere vita ai sogni mentre le stelle adornano la notte. Dimenticate per un po’ il mondo reale e venite qui, nel suo nido, dove morte non coglie e il tempo si ferma…
Il sodalizio tra luna (Agnes) e lo spirito della notte (Mihaly), assume forma per la quarta volta in sette anni con "Mohalepte", abbandonando le spiccate sonorità indiane di cui il predecessore "Ösforrás" si guarniva con fierezza. Il reintegro parziale delle sonorità europee, ideale dimensione narrativa del duo, farà la felicità degli amanti di "Regõ Rejtem", disco di riferimento e per i fan dei The Moon And The Nightspirit, e per il giovane cercatore che si avvicinerà per la prima volta alla proposta degli ungheresi. Il cappello introduttivo non è stato scritto per conferire alla recensione chissà quale effetto speciale, è un piccolo estratto dei testi di cui si compone il lavoro, interamente ispirati dalla natura, dal suo spirito e dal mistero che la circonda nei secoli dei secoli.
"Mohalepte", nonostante un comparto sonoro che lo assesta nettamente al di sopra della sufficienza, pecca di dinamismo e di ispirazione: il disco è così lento che rischia di diventare una cantilena, e le melodie, rispetto a quanto composto in passato, appaiono molto meno interessanti ed ipnotiche.