Dance For Burgess
SSA

2010, Mashhh! Records
Darkwave

Recensione di Andrea Mariano - Pubblicata in data: 03/05/11

Un ritorno agli anni '80 più oscuri, ossessivi e stranianti, echi preponderanti di quella scena post punk e darkwave tra The Cure, Joy Division e, perché no, Litfiba degli albori (foschi). I Dance For Burgess non si son resi conto che nel frattempo il mondo è andato avanti di trent'anni, o forse proprio perché consapevoli del tempo passato, tentano con tutte le forze di recuperare quanto di interessante ci fosse nei sotterranei musicali di quel periodo musicale ormai così lontano dai canoni attuali.


SSA” è un album malsano, lugubre, claustrofobico anche laddove potrebbe essere raggiunta una certa ariosità ed apertura negli arrangiamenti e nelle scelte melodiche (“Cocktail Flu”, “Twisted Shark”, “Rats”, “Plrg”), talmente tetro in alcuni passaggi da iniettare nell'ascoltatore una velata angoscia soffocante. La ripetitività malata, il suono secco e martellante della drum machine (davvero credevate fossero suoni di una vera batteria?), la voce di Iacopo ipnotica che si snoda in cantilene e vortici ossessivi come nel caso di “I'm Wired” e “Tape”, il basso che tanto ricorda quello del Maroccolo più scatenato, entrano in testa con una rapidità ed una subdola violenza disarmante, ed attiva nella mente dell'ascoltatore due possibilità di scelta: spegnere immediatamente lo stereo e tornare nel mondo reale, o, con sottile masochismo, continuare a naufragare nel vortice darkwave dei Dance For Durgess. Nessuna via di mezzo, si viene posti dinanzi ad un bivio: piace o non piace. “SSA” è un album profondamente derivato, dove nulla di nuovo è stato inventato, ma non poteva essere altrimenti: il post punk ed in generale la scena musicale dei primissimi anni Ottanta già raccontò tutto a suo tempo, concretizzò al massimo tutto ciò che poteva essere pensato, provato, suonato. Proprio per tali ragioni vien da chiedersi se la scelta di tuffarsi nuovamente in un mondo musicale così anacronistico per gli standard odierni possa offrire una qualche effettiva e concreta longevità al progetto (anacronistica e quantomeno strana è anche la scelta di rendere disponibili le copie materiali del disco unicamente in vinile).


Nonostante ciò, è indubbio che i Nostri riescono nella non facile impresa di recuperare buona parte degli spunti e delle idee migliori di quell'ambiente così lugubre, di quelle atmosfere vagamente inquietanti tanto care alla darkwave di trent'anni addietro, proponendo un lavoro che sarà sicuramente apprezzato dagli estimatori del genere.





01. Ein
02. I'm Wired
03. Cocktail Flu
04. Twisted Shark
05. Tape
06. Rats
07. Mia
08. Omgmj!
09. Toyshop
10. Plrg

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