Dark Tranquillity
Character

2005, Century Media
Death Metal

Recensione di Lorenzo Brignoli - Pubblicata in data: 09/05/11

Per certi versi è oggettivamente difficile giudicare un disco come “Character”, settimo parto dei Dark Tranquillity. È difficile perché è il primo album in cui la band decide di non cambiare faccia e proseguire sulla scia del fortunato predecessore, “Damage Done”. Difatti, quando un gruppo abitua i propri ascoltatori a cambi di rotta talvolta repentini, talvolta meno marcati ma comunque facilmente riconoscibili album dopo album, trovarsi di fronte ad un disco che mette in mostra poche novità rilevanti può lasciare stupiti o, nel peggiore dei casi, delusi.

Come giudicarlo dunque? Semplicemente per le canzoni che lo compongono o con una visione più ampia che tenga tutta la storia della band? Perdonatemi la facile retorica ma credo che la risposta stia nel mezzo. Dico questo perché da un lato è giusto rimpiangere la scarsità di elementi veramente innovativi nel disco, dall’altro oggettivamente non si può dire che non ci troviamo davanti ad un ottimo lavoro e quindi in quest’ottica una “pausa evolutiva” è più che accettabile. Già perché “Character”, così come il suo predecessore, fa di un riffing aggressivo supportato dalle tastiere il suo punto di forza (chi ha detto “Lost to Apathy”?)  e, analogamente a “Damage Done”, conosce ben pochi passaggi a vuoto all’interno della tracklist. Oltre a questo si potrebbe dire che, seppur di poco, questo è il full-length più violento (grazie anche ad un’ottima produzione, forse la migliore di tutti i lavori degli svedesi) di Stanne e soci, come si può notare dall’attacco micidiale della opener “The New Build” e dalla potenza deflagrante della successiva “Through Smudged Lenses”, per il resto i cambiamenti sono difficilmente individuabili.

Di fatto con questo disco i Dark Tranquillity sembra vogliano dirci che hanno trovato la loro formula vincente e si vogliano quindi limitare ad introdurre qualche piccola novità, che troviamo specialmente nella splendida “The Endless Feed”, in cui le tastiere e gli effetti giocano un ruolo fondamentale, andando così a creare la canzone più particolare dell’album. Per il resto come detto la struttura generale è molto simile a quella del precedente platter, inquadrabile in un assalto frontale che conosce poche pause e che mette in serie una dopo l’altra canzoni di grande valore, tra cui, oltre alle sopracitate, mi sento di segnalare le eccellenti “One Thought” ed “Am I 1?”. In altre parole è un disco dei Dark Tranquillity del terzo millennio: potente, veloce, melodico, catchy ma che non esaurisce la sua carica dopo pochi ascolti ed adattissimo per essere suonato dal vivo.

Mi rendo conto che forse per tutto quanto scritto in precedenza ha poco senso dirlo, però passatemi la provocazione: se non fosse uscito dopo “Damage Done” molti griderebbero al capolavoro; insomma, se il disco del 2002 vi è sembrato troppo corto e avete ancora voglia di farvi trascinare dalle stesse emozioni allora vi garantisco che “Character” per un bel po’ di settimane non uscirà dalla vostra autoradio. Non un capolavoro, quindi ma “solo” un grandissimo album. Scusate se è poco.



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