Any Face
The Cult Of Sickness

2010, Built2Kill
Death Metal

Recensione di Lorenzo Brignoli - Pubblicata in data: 09/05/11

A dirla tutta iniziare un album con delle lyrics che recitano “Look at me, I’m a loser” potrebbe non essere un gran bell’auspicio per un gruppo che sta cercando di sfondare e di uscire dall’anonimato. Fortunatamente non è il caso dei nostrani Any Face, che lo scorso ottobre sono usciti con il secondo full length della carriera, intitolato “The Cult Of Sickness”, che segue un EP del 2009 ed il debut, di ormai cinque anni fa, “Craving Out Of Mist”. La line-up della band rispetto al suddetto esordio è stata praticamente rivoluzionata, essendo rimasto solo il bassista Davide, tuttavia non sembra mancare affiatamento al quintetto emiliano-lombardo e l’album in esame non fa altro che confermare questa sensazione.

Dediti ad un death metal di scuola americana, piuttosto tecnico, i nostri attingono a piene mani dalle caratteristiche dei gruppi più importanti della scena, quali i compianti Death (giusto per citarne uno), e propongono un novero di otto canzoni granitiche e possenti, in cui dimostrano di avere, oltre ad un’ottima abilità con gli strumenti, una certa capacità anche in fase compositiva. La tracklist è piuttosto omogenea, fatta di canzoni non solo potenti e veloci ma anche ben sviluppate nella loro durata, inoltre ogni traccia è di ottima fattura (compresa una riuscita cover degli storici O.L.D.) e questo non può che costituire un punto a favore nel giudizio finale.

Chiariamoci, “The Cult Of Sickness” non sarà di sicuro il disco che rivoluzionerà la scena Death Metal europea, tuttavia è innegabile che si tratti di un lavoro di qualità, fatto di trentotto minuti di violenza sonora con sprazzi melodici, rallentamenti e assoli di ottimo gusto (senza sconfinare ovviamente in richiami eccessivamente “svedesi”), che evitano che l’album risulti eccessivamente monolitico e quindi alla lunga indigesto.

Tutt’altro, questo secondo disco degli Any Face cresce con gli ascolti, dimostrandosi di buon valore pur ovviamente non aggiungendo granché al genere, pretesa che forse nemmeno i nostri avevano quando hanno composto questo album. Insomma un disco onesto, che si ascolta con piacere e che chiunque mastichi death tecnico apprezzerà, non se cercate qualcosa di nuovo, ovviamente.



01. Suicide Urge

02. Stabbing The Core

03. The Cult Of Sickness

04. Infecting Human Ground

05. Happy Tantrum (O.L.D. Cover)

06. Dead Corpse Walking

07. The Unspoken Son

08. Portrait Of A Nihilist

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool