Quest'album solo strumentale non nasce con ambizioni megalomani, ma presenta dei musicisti di tutto rispetto: Jim Gilmour alle tastiere, Chris Sutherland alla batteria ed un giovane Paul Yee al basso. Non mancano ospiti d'eccezione come Vinnie Moore e Chris Poland (un altro ex-Megadeth), che arricchiscono una già esplosiva opener "Ground Zero", dove l'ascoltatore verrà facilmente travolto o dalla stupefacente e martellante batteria di Chris, o dalle chitarre degli illustri partecipanti. Spiccano anche altri due brani notevoli come "Frozen Dream" o "Colors Of Infinity", scritti da Drover e soci. Potrà far storcere il naso agli ascoltatori, ma i dieci brani sono equamente suddivisi tra brani scritti dal virtuoso chitarrista e tra cover di Jean-Luc Ponty e l'immortale Frank Zappa. E' decisamente degna di nota una magica ed ammaliante "Egyptian Danza" di Al DiMeola e la grintosissima "The Purple Lagoon", arricchita da passaggi veloci e decisamente ostici di batteria, sicuramente uno degli strumenti che ha più brillato nel complesso, anche nella conclusiva "Filthy Habits". Molto atmosferica e d'effetto anche la cover di "Mirage", fatta di arpeggi di chitarra molto eleganti, con assoli che virano decisamente verso il jazz ed il fusion di classe. Insomma, si sente la buona affinità tra i musicisti, mossi da una pura e semplice voglia di suonare, senza nessuna primadonna che detti legge a dei mestieranti che si limitano a suonare. L'ultimo brano che non sia una cover è "Ascension", un po' più debole e con meno grinta rispetto agli altri, senz'altro però non gli manca un'atmosfera sognante e delicata.
La raffinatezza della musica fusion si fonde perfettamente con l'asperità del metal e senz'altro chi ama le contaminazioni non rimarrà deluso da questo piacevole e scorrevole "Metalusion". Un disco sfornato con l'intenzione di intrattenere gli ascoltatori nel migliore dei modi. Per chi cerca anche un po' musica differente dal solito, questo è un buon esempio di varietà e di contaminazione tra generi.