Ben Harper
Give Till It's Gone

2011, Virgin/EMI
Pop Rock

Un album che non delude le aspettative e che rimarrà a lungo tempo nei vostri stereo...
Recensione di Andrea Mariano - Pubblicata in data: 18/05/11

“Eclettico” è forse il termine che meglio si adatta alla figura di Ben Harper, musicista e cantautore che nel corso della sua onorevole ed invidiabile carriera ha saputo cogliere l'essenza ora del blues, ora del rock più diretto, ora del cantautorato americano più intimo e mescolare le peculiarità di questi generi per creare sempre, album dopo album, dei lavori assolutamente personali, riconoscibili, tappe emblematiche di una evoluzione continua e graduale.


Con “Give Till It’s Gone” il compositore di Claremont prosegue la scalata creativa e l'ampliamento di prospettive che gli permette di volta in volta di scoprire e sperimentare soluzioni sempre nuove, implementandole tuttavia in un contesto ampiamente collaudato, che protegge l'ascoltatore dal possibile senso di smarrimento che potrebbe essere causato da cambiamenti magari troppo radicali. I suoni delle chitarre sono corposi e sporchi nel caso dei pezzi più incisivi come “Rock Is Free”, ruvidi ed avvolgenti nelle ballad più sommesse come l'incantevole “Feel Love”; la batteria ha un suono “vivo”, presente ed alcune volte quasi invasivo, ma l'atmosfera da vera e propria jam session regala la sensazione che nulla nella sua irruenza sia fuori posto, tant'è che le registrazioni hanno quella naturalezza e quelle piccole imperfezioni che preservano la genuinità di fondo del prodotto. Ovviamente delle sovraincisioni sono presenti, ora per aggiungere una chitarra, ora per creare i cori, ma il lavoro, proprio per i motivi sopracitati, è lungi dal risultare patinato ed artificioso.


La passione vera e cristallina per la pura musica viene sprigionata da ogni singolo minuto del disco: dall'irruenta furia di “Clearly Severely”, che scuote anche l'animo più placido e dormiente, alla semplicità di “Waiting A Sign”, dove anche il ronzio della chitarra dopo il termine dell'assolo nel bel mezzo della canzone ancora in essere è segno della volontà di lasciare il disco “così com'è”, nei limiti del possibile. L'emblema dell'immediatezza e della sincerità di “Give Till It's Gone” è però insita quando compare l'ex Beatles Ringo Starr: “Spilling Faith” nella sua semplicità e gioiosità dimostra l'assoluta libertà di Harper da qualsiasi preoccupazione a livello meramente pragmatico: una canzone nata per divertirsi, per essere eseguita assieme ad amici ed in un ambiente assolutamente sereno, e l'apice di tutto ciò viene raggiunto dalla pura psichedelia anni '60 in “Get There From Here”, coda improvvisata del brano precedente dove ognuno è libero di contribuire con il proprio spunto. Questo duo è tanto semplice quanto efficace, diretto, colpisce l'attenzione e coinvolge proprio per la sua schiettezza, per il suo esser genuino, per la sua necessità di divertirsi e passare dieci minuti di semplice divertimento, senza filtro alcuno.


Il fulcro di “Give Till It's Gone” è proprio la semplicità. Semplicità che non è, però, sinonimo di banalità, né tanto meno di immediatezza dal punto di vista testuale. Semplicità di essere onesti con se stessi e di trasmettere la propria passione ed i propri sentimenti al pubblico così come sono. Semplicità nel far scattare la curiosità, la necessità di concentrarsi sul significato dei testi. Semplicità di far partire il CD e di rimanere in contemplazione. Semplicità di insinuarsi tra le pieghe del cerebro ed adagiarsi lì, rimanere in testa per tempo, molto tempo.





01. Don't Give Up On Me Now

02. I Will Not Be Broken

03. Rock N' Roll Is Free

04. Feel Love

05. Clearly Severely

06. Spilling Faith

07. Get There From Here

08. Pray That Our Love Sees The Dawn

09. Waiting On A Sign

10. Dirty Little Lover

11. Do It For You, Do It For Us

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