Hammerfall
Infected

2011, Nuclear Blast
Heavy Metal

Recensione di Alessandra Leoni - Pubblicata in data: 20/05/11

Giunti ad una fase relativamente stabile della loro carriera, gli Hammerfall sfornano a distanza di due anni dall'ultimo "No Sacrifice, No Victory" - francamente un po' canonico e deboluccio - un nuovo album, dal titolo "Infected". C'è da aspettarsi qualche novità? Quali novità troveremo rispetto al disco precedente?

A dire il vero, non è cambiato molto e non bisogna da aspettarsi grossi cambiamenti, se non un cambio sostanziale nella produzione del disco, non più affidata a Charlie Bauerfeind, ma a James Michael. Gli Hammerfall sono sempre fedeli a loro stessi, al genere proposto e agli amati Judas Priest (e il buon chitarrista Oscar Dronjak non ne ha mai fatto troppo mistero). Certo, c'è chi ha paventato una virata verso uno stile non meglio precisato, tuttavia, la sottoscritta reputa che ci sia solo un timido accenno a cambiare quanto fatto nell'iniziale "Patient Zero", passando per l'interessante "666 - The Enemy Within", costruita con un buon ritmo e varietà. Volendo si può pure citare la conclusiva e suggestiva "Redemption", dove si possono apprezzare sintetizzatori e strofe molto melodiche e curate da parte del cantante Joacim Cans. A coronare questo brano, un lento e studiato assolo di chitarra. Ma per quanto concerne il resto? Siamo di fronte al tipico album che oscilla tra il classico heavy metal, dove brani come "Bang Your Head" o "The Outlaw" possono tranquillamente apparire nella tracklist di un immaginario e fantasioso "Ram It Down" dei Judas Priest; non manca il singolo canonico e un po' scontato come "One More Time", ma buono per un'esibizione live. Ci sono infine frangenti più melodici come "I Refuse", o l'immancabile ballata "Send Me A Sign".

Insomma, qualche accenno di variazione nelle sonorità di "Infected" c'è e si può sentire, soprattutto sulla nuova produzione che sembra aver dato un po' più di energia e pulizia al prodotto finale dei Nostri. Tuttavia, è ancora troppo poco, o forse troppo presto, per poter dire se quest'orientamento al cambiamento sarà solido e consistente e verrà protratto nei prossimi album. Per chi ama gli Hammerfall, quest'opera è tutto sommato più che sufficiente a soddisfare la propria curiosità, anche se non fondamentale o particolarmente innovativa.



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