Shelly Johnson Broke My Heart
Brighter

2011, Stop! Records
Indie Rock

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 26/05/11

“The Boy And The Pokey Town” sembra una commistione tra i primi R.E.M. ed i The Cure lontani dalla loro fase dark/gotica, “Hope Like There’s No Tomorrow” ha una ritmica tipicamente Placebo, mentre le distorsioni di “A Lullaby” e la progressione così classica ed intensa di “Red Sun/Black Sand” fanno chiaramente intendere come lo sguardo, dentro al trio riminese dei Shelly Johnson Broke My Heart, sia costantemente fisso alle loro scarpe, con gli Slowdive fortemente ancorati nel cuore.

Ancora una volta, abbiamo una testimonianza discografica di come l’Emilia Romagna tenti di essere la nuova Inghilterra, investendo molto su una proposta che ricorda la wave dei tardi ‘80s, imbastardita, però, di un certo rock in voga nei ‘90s; tuttavia, per i Nostri, i risultati sono purtroppo ben lontani da quelli raggiunti dal duo bolognese dei JoyCut, tanto per citare dei vicini di filosofia musicale. “Brighter” - secondo EP in carriera della band - tradisce, difatti, una certa grossolanità nella resa finale, non manifesta tanto a livello di arrangiamenti e di capacità musicali della formazione, quanto a livello di impatto globale, certamente molto meno elaborato ed interessante rispetto a quanto recentemente proposto poco lontano dai nostri.

Ci sono delle ottime premesse, sia chiaro: proprio la conclusiva “Red Sun/Black Sand” è un buon punto di partenza su cui sviluppare idee che possano portare questo trio ad essere paragonabile ai loro certamente non poco ingombranti riferimenti musicali; per ora, forse proprio a causa delle limitatezze di un EP, un giudizio maggiormente significativo viene rimandato in sede di analisi di un’opera discografica più completa e, speriamo, più…”a fuoco”. Perché i mezzi ci sono, bisogna solo saperli sfruttare bene.



01. The Boy And The Pokey Town
02. Hope Like There’s No Tomorrow
03. Petrinne Sonne
04. A Lullaby
05. Red Sun/Black Sand

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