Due anni dopo "Nowhere" la musica dei Ride prende, a sorpresa, una nuova direzione. Per certi versi "Going Blank Again" è il più mainstream fra gli album shoegaze dell'età aurea del genere e, non a caso, raggiunse la posizione #5 nelle classifiche del Regno Unito, divenendo in seguito (2009) disco d'oro. La volontà dichiarata della band era: "non ripetiamoci". Bene, questo secondo atto riuscì perfino a superare, in termini commerciali, l'album di debutto, e le ragioni di questo successo non mancano di certo.
Spogliato in larga parte delle sferragliate noise di "Nowhere", il sound dei Ride guadagna solarità, raffinatezza d'arrangiamento, e, menzione doverosissima, una produzione esplosiva e sfavillante. "Going Blank Again" è un esempio un po' atipico di un suono a cavallo fra il muro sonoro e il gusto melodico inconfondibilmente britannico. Ma forse più importante dell'evoluzione stilistica è la presenza stessa di alcuni brani indie pop di assoluto pregio.
La partenza è un vero inno di otto minuti e passa: "Leave Them All Behind" è per certi versi la sintesi più rappresentativa di questo shoegaze aperto al pubblico di massa. Droni di chitarra, linee melodiche accattivanti, quell'impasto vocale inconfondibile, insomma, non manca nulla. L'inizio è un vibrare di sintetizzatore (che richiama - per ammissione autografa - "Won't Get Fooled Again" degli Who), poi si aggiunge come una colonna portante la linea di basso, che subito s'insinua nella testa, infine irrompono le distorsioni espanse e spaziali delle due chitarre. Negli ultimi due minuti i decibel continuano a salire, prima con un assolo in wah, poi con una fiumana elettrica che conclude il brano come un diluvio. Segue l'altro singolo, "Twisterella", mirabile esempio squisitamente indie pop: scintillante, allegro, freschissimo; dopo i toni roboanti della traccia d'apertura "Twisterella" mette in mostra il lato più "leggero" dei Nostri. Dello stesso umore sono anche "Making Judy Smile" quasi una filastrocca tant'è orecchiabile e "Mouse Trap". A bilanciare queste canzoni così solari sono gli episodi più ombrosi e ottantiani di "Chome Waves" e "Time Machine". Ma i vertici dell'album, da aggiungere a "Leave Them All Behind", sono rispettivamente "Cool Your Boots" e "OX4". La prima è un brano prepontentemente shoegaze: una ripetizione circolare dello stesso giro di accordi variamente effettati dominata da una linea vocale riuscitissima, che suona insieme sia malinconica sia solenne. "OX4", invece, chiude in bellezza questo disco su note nostalgiche; il brano, infatti è dedicato alla città d'origine degli stessi Ride: Oxford, appunto. Il brano colpisce per l'ariosa atmosfera evocata dalle tastiere, e, ancora una volta, per la sognante melodia. Si potrebbe immaginare questo brano accompagnarci sulla via del ritorno dopo un lungo viaggio, mentre le immagini scorrono sul finestrino.
I Nostri decidono di rinunciare agli sperimentalismi e si focalizzano sulle canzoni, riuscendo, in questo, a non scadere in una musica commerciale priva di ispirazione: "Going Blank Again" è un ottimo album di brani melodici adatti a un largo spettro di pubblico, con una scaletta che può vantare una manciata di classici del genere. Non chiediamo di più.
Ride
Going Blank Again
1992, Creation Records
Shoegaze
01. Leave Them All Behind
02. Twisterella
03. Not Fazed
04. Chrome Waves
05. Mouse Trap
06. Time Of Her Time
07. Cool Your Boots
08. Making Judy Smile
09. Time Machine
10. OX4
02. Twisterella
03. Not Fazed
04. Chrome Waves
05. Mouse Trap
06. Time Of Her Time
07. Cool Your Boots
08. Making Judy Smile
09. Time Machine
10. OX4