Aereogramme
My Heart Has A Wish That You Would Not Go

2007, Chemikal Underground
Alternative Rock

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 11/06/11

Il percorso musicale degli scozzesi Aereogramme è di quelli che molte formazioni, specialmente quelle nate nella terra di Albione, compiono: partiti come una band post metal sulla scia dei primordiali Isis e Katatonia, i Nostri, man mano procedevano gli anni ed i dischi, si sono via via raffinati in un alternative rock di matrice progressiva. Ciò che, tuttavia, rende davvero interessante il cammino compiuto dalla band, è questo “My Heart Has A Wish That You Would Not Go”, quarto album in carriera nonché canto del cigno di una formazione in pieno stato di grazia.

Sì, perché ciò che rende autenticamente sensazionale quest’opera discografica è la sua delicatezza, la sua straordinaria capacità di emozionare con una semplicità che ha del disarmante; per raggiungere questo non indifferente risultato, gli Aereogramme hanno confezionato un rock alternativo dai forti sapori post (soprattutto nei crescendo sparsi lungo le tracce), dando però costantemente un ruolo di primo piano al violino ed al pianoforte, in una sorta di arrangiamento neoclassico dal forte carattere demodé. Basta ascoltare l’incipit, nonché primo singolo, di “Conscious Life For A Coma Boy” per trovarsi di fronte ad un mirabile rondò dove il muro di chitarre elettriche è pronto immediatamente a lasciare il posto ad una soffusa atmosfera acustica, con leggiadri archi a portarci per mano verso il ritornello; oppure, la marcia che è il secondo singolo “Barriers”, preziosissima canzone dall’intermezzo arioso. Ancora: sarebbe criminale per il sottoscritto tacere l’intenso abbraccio di strumenti di “Exits”, con l’entrata di un’orchestra che vi porterà immediatamente ad intensa commozione, la speranza che viene trasmessa dalla distorsione elettrica di “Finding A Light”, il post rock finemente barocco di “Trenches”, la conclusione dolcissima, su un piano che distilla pura malinconia, di “You’re Always Welcome” o l’inquietudine prettamente Anathema di “A Life Worth Living”.

Proprio con l’ultima fatica discografica dei fratelli Cavanagh questo inciso condivide più di un punto in comune, visto che la luminosità dei sentimenti espressa su “We’re Here Because We’re Here” la ritroviamo anche qui, solo proposta con tre anni di anticipo. Tuttavia, negli Areogramme non abbiamo la gioia di un amore corrisposto come narrato ultimamente in casa Anathema, quanto la struggente malinconia di un sentimento destinato a morire, inesorabilmente perso nella sua mancata corrispondenza, e tutto questo rende questo disco ancora più emozionante e straordinario, tanto più quando interpretato in un meraviglioso e costante tono pulito e struggente da Craig B.

Ed è davvero un peccato vedere un quadro di mirabolante perfezione sonora parzialmente rovinato dalle lungaggini di una “Living Backwards” (l’unica traccia che ricorda vagamente il passato post-metal della band e, per questo, meno interessante rispetto al resto), dall’ingenuità che muove una seppur interessante “Nightmares” o dallo scarso impatto lasciato da “The Running Man”. Fortunatamente, queste piccole imperfezioni non arrivano a minare la qualità generale di un disco che andrebbe davvero ascoltato da chiunque, specialmente da coloro che cercano nella musica una compagna consolatrice ai propri dolori quotidiani, perché questo disco è quasi terapeutico, in tal senso.

Il mio cuore ha un desiderio: che tu non te ne vada”: pensate quanto ironico è questo titolo, visto che questa frase molti di voi arriveranno a rivolgerla alla band  al termine dell’ascolto di questo disco; ma, forse, tutto questo era già stato previsto dagli Aereogramme, per cui il senso di malinconia verrà ulteriormente amplificato dalla consapevolezza che non avremo più da queste menti musica così splendente… Non è che ci vorreste ripensare, ragazzi?



01. Conscious Life For A Coma Boy
02. Barriers
03. Exits
04. A Life Worth Living
05. Finding A Light
06. Living Backwards
07. Trenches
08. Nightmares
09. The Running Man
10. You’re Always Welcome

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