Black 'N Blue
Hell Yeah!

2011, Frontiers Records
Hard Rock

Recensione di Gaetano Loffredo - Pubblicata in data: 17/06/11

Black ‘N Blue non è affatto un nome nuovo nel mondo del rock, tutt’altro, si tratta di una formazione che ha rilasciato quattro dischi tra il 1984 e il 1988, due dei quali prodotti da Gene Simmons dei Kiss. Dopo un milione di dischi venduti e il successo a portata di mano, la band si è lasciata per poi riformarsi prima nel 1997 e poi nel 2003 quando "Hell Yeah!", il disco che stiamo per valutare, è stato realmente pensato e composto. La rinascita è coincisa coi tour di supporto ai Kiss, Aerosmith, Queensryche e Yngwie Malmsteen, ma l’ago della bilancia è sempre stato l’unico e vero leader della band, Jaime St. James (intercettato e intervistato per voi), che per un periodo di tempo relativamente breve, due anni, è stato addirittura il cantante dei Warrant ben figurando sul discutibile “Born Again”.


Facendo due conti però, va rilevato che tra l’ultimo “In Heat” e il nuovo “Hell Yeah!” sono passati la bellezza di 23 anni: aspettare tanto ne è valsa la pena?


Il cuore dice sì, ma la mente non è poi così d’accordo, perché a partire dalla produzione, l’album dei Black ‘n Blue sembra a tutti gli effetti retrodatato, quasi sorpassato. Le canzoni hanno una struttura schematica classica, da linee guida tanto per intenderci, e rimangono in tutto e per tutto fedeli alla formula nativa. Non un punto a sfavore, d’accordo, ma se le composizioni non sono allo stato dell’arte poi si rischia di presentare un lavoro scontato, sconclusionato e, da questo punto di vista, “Hell Yeah!” è certamente l’opera meno significativa realizzata sin qui. Meno significativa si, ma non per questo insufficiente, perché Jaime e i suoi ragazzi hanno ancora benzina nel serbatoio e qualche chicca (vedi “Target”, “Hail Hail” o la stessa title track) ce la riservano.


Non siamo di fronte, l’avrete capito, ad un lavoro che segnerà un epoca. “Hell Yeah!” è il classico disco da viaggio, utile per svagarsi durante noiosi tratti autostradali o da canticchiare mentre siete in coda per pagare il casello: non vi darà queste enormi soddisfazioni ma saprete di avere lì da qualche parte un dischetto hard rock poco pretenzioso ma pur sempre gradevole. E di questi tempi, non è argomento di poco conto.





01.Monkey
02.Target
03.Hail, Hail
04.Fools Bleed
05.C’mon
06.Jaime’s Got The Beer
07.Angry Drunk Son Of A Bitch
08.So Long
09.Trippin’ 45
10.Falling Down
11.Candy
12.Hell Yeah!
13.World Goes Round
14.A Tribute To Hawking (Outro)

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