Recensione a cura di Antonio Callea

Sarò del tutto onesto, ho infilato il cd nel lettore e la prima volta mi sono fermato alla traccia numero 3, ho pensato: “il solito gruppetto New wave all'italiana, orgogliosamente indie, chiuso nella sua poetica ritrita e privo di tiro”. Soffrivo al pensiero di dover demolire quelli che, in fondo, rappresentano con coraggio l'alternativa al ciarpame rigurgitato dai talent show. Così, messe le cuffie, ho acceso lo stereo e ho ascoltato l'album con l'attenzione e la professionalità richieste... Grazie al cielo!

Come ad uno scarno convivio, gli Olden servono aperitivi anni '90, qualcosa che richiama altro, scatole cinesi ormai consumate ma ad un tratto, dopo aver mostrato la bio, tirano su le maniche ed iniettano senza preavviso, un caldo, disperato, siero lisergico. Quello che fino ad un attimo prima sembrava un vecchio cartellone dei gelati, divorato dal sole e dal sale, si anima e prende colore. “Tra La Terra e Il Cielo” è limitata solo dalla post-produzione, scarna sul tappeto musicale che invece, prestando maggiore attenzione, riaffiora con violenza. Un viaggio sospeso tra due mondi descritti con eleganza dalla voce narrante, con tutte le turbolenze, gli stalli, la paura che un volo improvviso comporta. Non è la prima classe, è un volo libero che apre incredibili finestre di lucidità sulla vita stessa. “Non Sarà Mai Troppo Tardi” è un frammento di prog italiano anni '70, senza citare, il gruppo siciliano scava nel giardino di casa riportando alla luce la sobrietà del Banco di “Non Mi Rompete” o la leggerezza degli Osanna con “L'Uomo”. Inutili invece gli orpelli New wave che sbiadiscono miseramente apparendo come modernariato dozzinale accanto al ruggente antiquariato.

Alla luce dell'analisi appena fatta, ho deciso di premiare questo lavoro perchè, potenzialmente, il passo giusto nella direzione giusta. Aggiungi un po' di maturità, qualche calcio in bocca (inevitabile) e un bel po' di nuove storie ed il gioco è fatto!