Endless Pain
Chronicles Of Death

2011, Nadir Music
Thrash

Recensione di Davide Panzeri - Pubblicata in data: 16/07/11

Gli Endless Pain nascono a Brescia esattamente dieci anni fa ed il loro sound è caratterizzato prevalentemente dal thrash metal genuino degli anni ottanta con alcuni sprazzi di death. Dopo la produzione di due demo intitolati “The Cruel Way Of War” e “Shotgun Carnage”, il combo bresciano autoproduce il debut album “Born In Violence”, edito nel 2005; inizia così un’intensa attività live che li vede suonare accanto a nomi prestigiosi del settore: dai Destruction ai Dismember passando per Slayer ed Anthrax al Metalcamp. Successivamente vengono incisi altri due album (“De-Generation War” e “Course Of Hate”) che vedono l’avvicendarsi di due vocalist e che vedranno insediarsi in pianta stabile Hate. Nel 2010 c’è anche un cambio di batterista, lo storico Gigi lascia il posto a Fuso e il passo verso il nuovo album è breve e veloce (in mezzo vi è la registrazione di un live DVD di uno show tenutosi ad Innsbruck). Messi sotto contratto dalla NadirMusic (Sadist, tra gli altri), gli Endless Pain compongono il nuovo album intitolato “Chronicles of Death”, rilasciato in Maggio.

Questi ragazzi bresciani sono per me un’assoluta novità, mai li avevo sentiti e nemmeno per sbaglio avevo letto il loro nome. Certo, il fatto di non essere un profondo appassionato del genere ha “aiutato” a tenermeli nascosti. Mi sono approcciato al disco così, da totale inesperto, forse uno dei migliori modi possibili per dare un giudizio imparziale. La cosa che colpisce subito è l’artwork, violento, gore, e abbastanza doloroso, con un volto umano mutato e sventrato da una sega circolare all’altezza della guancia. Azzeccato direi. Scorrendo il libretto noto che alla fine delle lyrics di ogni canzone c’è la fonte ispirativa da cui sono nate. Ebbene, tutte derivano da omicidi, massacri, genocidi capitati in Italia negli ultimi venti anni: dai lontani massacri del Circeo e del mostro di Firenze agli attuali omocidi di Erba e Novi Ligure. Il nome dell’album viene quindi da sé, e sotto l’aspetto musicale incarna perfettamente il dolore e la violenza di questi efferati episodi.

Il thrash proposto dalla band lombarda è violento, veloce e potente. Il growl di Hate è cattivo e possente, le chitarre di Beppe e Ste sferzano le canzoni con violenti riff, il basso di Enrico riempie il tutto e la batteria a tratti fulminea di Fuso cala come un maglio dal quale non vi è scampo. Insomma, un concentrato di potenza e brutalità che mi ha veramente sorpreso (soprattutto dopo aver letto pareri contrastanti sui precedenti lavori della band), quello che ho trovato è un mix purissimo di thrash e death, prodotto egregiamente e suonato benissimo, che mette ben in mostra il dolore e la sofferenza delle vittime, unito alla brutalità e alla cattiveria degli esecutori. L’unico appunto che ho da muovere è alla seconda metà del disco: a tratti il songwriting lascia un pochetto a desiderare e tende a perdersi su se stesso in alcuni brani.

L’album di certo non spicca per originalità ed innovazione, ma rimane un bellissimo esempio di come anche in Italia band dotate di grande forza di volontà e passione per la musica possano tirare fuori qualcosa di veramente buono e che non sono solo i gruppi stranierei a saper fare musica. Supportate questi ragazzi, perché questo “Chronicles Of Death” è la giusta rivincita dopo anni di dura gavetta.




01. Chronicles of Death (Intro)          
02. The Dscents Of Golgotha          
03. Atrocity
04. Trespassing The Shores Of Evil          
05. The Prophet          
06. Dead End Nightmare          
07. ...In Cold Blood          
08. Slaughter For The Legacy          
09. Memories Of The Monster          
10. Death Comes Ripping          
11. Triple Murder

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