Svarga
Krov'-Reka

2009, SvaSound Records
Folk Metal

Recensione di Eleonora Muzzi - Pubblicata in data: 20/07/11

Per chi non avesse familiarità con il russo e la mitologia slava, Svarga è l'equivalente di Asgard, il regno di Svarog, il padre degli Dei del pantheon slavo. La comunità pagan metal russa è piena di piccole band che purtroppo non riescono ad ottenere il successo che meritano, e gli Svarga sono tra queste. Si spera che con la cover di "Duren'" incisa dai connazionali Arkona riescano ad avere un po' di visibilità in più, ma per ora rimangono confinati in quel limbo abitato gruppi validi con un successo inadeguato alle spalle. "Krov'-Reka" esce nel 2009, è il terzo lavoro dei Nostri ed è un disco completamente acustico, al contrario dei precedenti. Dodici canzoni condite da strumenti tradizionali e melodie folk che farebbero impazzire gli amanti del genere.

"Krov'-Reka" Potrebbe essere un equivalente russo di "Evocation – The Arcane Dominion" degli Eluveitie (cantato in gaelico), ma è forse un po' più particolare. Prima di tutto perchè la lingua utilizzata è quella russa, non una lingua che si mastica tutti i giorni. Non che il gaelico lo sia, ma gli Eluveitie cantano spesso in inglese per rendere più facile le cose ai fan. Qui non succede. L'album è un prodotto volutamente di nicchia, in quanto, o sai il russo o, se abiti al di fuori dei paesi slavi, probabilmente non capisci di cosa stanno parlando i Nostri. In secondo luogo perché, sempre controcorrente, la voce è solo pulita. Una bella voce maschile che accompagna l'ascoltatore in un viaggio nel passato di questa terra ricca di cultura ma che per la maggior parte della gente è solo steppa e (raramente) politica estera.

C'è tanta storia negli Svarga, perché rappresentano un piccolo angolo di un mondo lontano dal nostro, un mondo che raccoglie una vastità di culture e suoni… e qui si sentono tutti. Dalla classica triade chitarra-basso-batteria tipica del metal, per quanto in versione unplugged, fino ai tamburi sciamanici, violini, fisarmoniche, bagpipes e flauti. Dal periodo pre-medioevale quando i variaghi scesero dal mar Baltico e iniziarono a commerciare con i locali, fino alla dominazione mongola durata oltre duecento anni. Alcuni suoni, soprattutto le melodie del flauto, hanno un sapore di estremo oriente.


"Krov'-Reka" è un album suonato magistralmente, non annoia mai, al contrario dei precedenti che erano tendenzialmente noiosi a lungo andare. La commistione tra voce e cori (tra cui è presente anche la più famosa Masha, cantante dei sopracitati Arkona) è perfetta, i suoni acustici si sposano perfettamente a ritmi e strutture tipiche del metal, ma soprattuto su “Golos Lyutenya” e sulla titletrack “Krov'-Reka” si sente qualcosa di diverso, di personale. Atmosfere che non si sono mai sentite in nessuna band del panorama russo, ovvero una perfetta coerenza e un bilanciamento molto ben calibrato tra la componente più rock e le sezioni folk.

Gli Svarga sono un fiume di melodie popolari, di sangue e orgoglio slavo; portano avanti la bandiera senza paura assieme a tante altre formazioni che iniziano finalmente ad affacciarsi sul mercato europeo. Quindi non solo vichinghi, non solo Thor e Odino, ma anche Svarog e Perun: un po' di varietà non fa mai male.





01. Devjat’ Dnej
02. Sžeč’
03. Doč’ Vody
04. Proŝaj
05. Sprjač’ Menja
06. Golos Ljutenja
07. Bez Lučiny Temno
08. Smotri
09. Pesnja Vdali
10. Vetry Proŝajut Vsë
11. Krov’ - Reka

Intervista
Anette Olzon: Anette Olzon

Speciale
L'angolo oscuro #31

Speciale
Il "Black Album" 30 anni dopo

Speciale
Blood Sugar Sex Magik: il diario della perdizione

Speciale
1991: la rivoluzione del grunge

Speciale
VOLA - Live From The Pool