Panic! At The Disco
Vices And Virtues

2011, Atlantic Records
Alternative Rock

Recensione di Eleonora Muzzi - Pubblicata in data: 21/07/11

Abbandonata la cattiva (?) abitudine di utilizzare titoli chilometrici e spogliatisi di abiti finto-emo, gli statunitensi Panic! At The Disco tornano a tre anni dal precedente "Pretty.Odd" con "Vices & Virtues". Il disco, più compatto dei precedenti, è un condensato di ciò che questi ragazzi di Las Vegas hanno prodotto a partire dal 2005; ovvero, elementi comuni al rock mainstream mescolati all'emo rock di fattura Fall Out Boy, con altri elementi più tipici dell'alternative rock e dell'elettronica. C'è un grosso uso di sintetizzatori, soprattutto nelle introduzioni delle canzoni, come nel primo disco, ma queste non spezzano tanto il ritmo, anzi, come nel caso dell'outro di "Hurricane" e l'introduzione "Memories". La componente un po' più rock si fa sentire, sebbene non manchino molti ammiccamenti al pop rock che da tanti anni va per la maggiore, il tutto condito con dei bellissimi arrangiamenti per archi.

Si sente che "Vices And Virtues" è un album diverso, in linea con i precedenti, ma è molto più diretto e lo si nota già dall'opener "The Ballad Of Mona Lisa", che dà subito l'idea di cosa si andrà ascoltare: un album pop rock con forti influenze di elettronica e alternative. Con "Let's Kill Tonight" si cambia tono, si va più veloci, si inseriscono filtri vocali e synth, la batteria diventa elettronica. È probabilmente il pezzo che più concilia il vecchio e il nuovo, assieme a "Sarah Smiles", un brano che pare quasi essere pescato direttamente dal primo album. Nucleo centrale dell'album sono "Hurricane", "Memories", "Trade Mistakes" e "Ready To Go (Get Me Out Of My Mind)", i brani che meglio rappresentano il nuovo percorso intrapreso dal duo. Sono tutti e quattro brani molto orecchiabili e ad un primo ascolto molto semplici, forse troppo, ma nella loro semplicità nascondono dei piccoli dettagli che sta all'ascoltatore scoprire, come gli arrangiamenti orchestrali che non saltano subito all'occhio.

Dopo "Always", la classica ballata acustica, troviamo "The Calendar", forse il brano più semplice e più debole di tutta l'opera. Infine, "Nearly Witchers (Ever Since We Met)" rappresenta una sorta di riassunto dell'album. Il brano rimescola le carte in tavola un'ultima volta e riunisce molti degli elementi che hanno reso unica questa band: cori, voci narranti e synth. Perfetta per chiudere le setlist, gioca anche un ruolo di ricongiungimento con l'inizio dell'album, come se fosse una composizione ad anello, e lo fa riprendendo un verso di "The Ballad Of Mona Lisa". Ecco che tutto torna, si finisce con ciò che si aveva iniziato.


Tirando le somme, per "Vices And Virtues", questi ragazzi di Las Vegas hanno saputo concentrare quello che avevano fatto in precedenza in un unico disco e dargli anche una nuova veste, meno emo rock e più pop, ma sempre molto interessante. I Panic! At The Disco si sono creati una nuova identità ad ogni album, tagliando ed eliminando ciò che rischiava di renderli troppo uguali a se stessi. E chissà, forse un giorno ritorneranno a scrivere canzoni con titoli chilometrici. Per ora, mi accontento che in scaletta live inseriscano "Lying Is The Most Fun A Girl Can Have Without Taking Their Clothes Off"... 





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