Suffocation
Pinnacle of Bedlam

2013, Nuclear Blast
Death Metal

Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 20/02/13

C’erano una volta i Suffocation. E per fortuna ci sono ancora! Probabilmente saranno pensieri di questo tipo quelli che i sostenitori dei newyorkesi avranno formulato sin dalle prime note di “Pinnacle of Bedlam”, settimo album in studio della band.

All’alba del 2013, i deahsters di medio/lungo corso sono coscienti che di capolavori in grado di reggere il confronto col passato non ne arriveranno più, ma visto lo stato di forma dei grandi vecchi big è già tanto avere tra le mani qualcosa di ascoltabile, godibile, uno di quei dischi che accomodano subito l’ascoltatore senza annoiare con le solite cose ormai marchiate a fuoco su timpani ormai logori. Grande merito a Frank Mullen e compagni dunque, perchè anche a questa tornata i nostri portano a casa la pagnotta (e che pagnotta!) regalandoci un full-length che non solo si eleva sulla concorrenza per bellezza spicciola e coinvoglimento delle tracce, ma anche per una vena creativa che a piccoli passi muta album dopo album, permettendoci sì di ascoltare qualcosa di familiare, ma con qualche piccolo e discreto elemento di novità.

Se “Blood Oath” era principalmente basato su riffoni groovy e soluzioni di matrice deathcore, con “Pinnacle of Bedlam” i Suffocation rimettono il piede sull’acceleratore, sparandoci quaranta minuti scarsi di techno/death/brutal di grande fattura, in cui la coppia d’asce Hobbs/Marchais non si risparmia nel tessere trame al limite del cervellotico, che a differenza di tante masturbazioni mentali/musicali messe in piedi da giovincelli di oggi, risultano perfettamente amalgamate e organiche all’insieme. Assoli al fulmicotone, aperture strategiche per allentare la tensione e preparare il campo alle seguenti bordate, rallentamenti da manuale, insomma tutto l’arsenale bellico che solo una band con la classe, le capacità e l’esperienza dei Suffocation può vantare, uno stile ormai consolidato ma rimesso a lucido e con un appeal decisamente moderno.

Certo, siamo lontani dai capolavori della stessa band (anche se la distanza non è così ampia), ma “Pinnacle of Bedlam” ha tutto quello che un amante della musica pesante potrebbe desiderare. In tutto questo non abbiamo menzionato minimamente le prove singole dei musicisti... “Che te lo dico a fare?” Menzioniamo solo il nuovo ingresso di Dave Culross (eccezionale batterista di lungo corso, già membro della band in passato) al posto di Mike Smith: gli anglofoni direbbero eargasm. Un album promosso senza riserve, da ascoltare assolutamente.



01.Cycles of Suffering

02.Purgatorial Punishment

03.Eminent Wrath

04.As Grace Descends

05.Sullen Days

06.Pinnacle of Bedlam

07.My Demise

08.Inversion

09.Rapture of Revocation

10.Beginning of Sorrow

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