Houston!
Mechanical Sunshine

2011, Tanzan Music
Hard Rock/Gothic

Recensione di Alessandra Leoni - Pubblicata in data: 23/08/11

Gli Houston! sono una band piacentina, giunta al secondo full-lenght, intitolato "Mechanical Sunshine", dopo un primo album piacevole e fresco, decisamente votato alle sonorità appartenenti ai filoni sleaze e glam.


Tuttavia, qualcosa è cambiato nel percorso di questa band e lo si sente eccome: in un primo ascolto globale e meno mirato, si può già sentire una virata verso quell'hard rock arricchito da cupe atmosfere gotiche, o da intrusioni di musica elettronica. Chi scrive ammette con molta sincerità di aver subito pensato a quelle band scandinave che hanno fatto di queste melodie sensuali, graffianti la propria bandiera, e non è un pensiero errato. Infatti, quest'album è stato registrato in Italia, ma è stato mixato da Mika Jussila presso i Finnvox Studios di Helsinki; questo produttore ha lavorato con band come HIM, Poisonblack, Negative, Charon e gli italiani in qualche misura rimandano a tutti quegli artisti dalle sonorità estremamente moderne, non precisamente collocabili in un solo genere, in quanto mescolano sapientemente atmosfere oscure con ritmi e passaggi molto orecchiabili e cantabili. Non solo, potrà sembrare poco opportuno od un paragone disturbante per alcuni lettori, ma qualche passaggio elettronico, combinato alla voce graffiante ed aggressiva del cantante Niccolò Savinelli, rimanda ai lavori di Marilyn Manson. "Black Rose", "Sick, Sex, Six", "Let Me Shout" e pure "Planet Terror" sono sicuramente un bel salto in avanti per questa band italiana, che dimostra di sorprendere con l'agio con cui affronta un cambio stilistico ed inserisce delle nuove influenze nelle proprie sonorità. Il prezzo da pagare è sicuramente che a tratti questo "Mechanical Sunshine" manca di immediatezza e di scioltezza, e forse risente delle quattordici tracce contenute al suo interno. Forse un paio di brani in meno avrebbero reso l'opera complessiva più diretta ed ancora più godibile. Immancabili le ballate per alleggerire, senza però rovinare, il clima che si respira nell'album: "One Day" e "Cold", collocate nel punto giusto, non sono episodi scontati o banali.


Il risultato è tutto sommato ben curato e di buona qualità - compreso anche il booklet presente nel promo; l'album è ben prodotto, e come già ripetuto, anche piuttosto sorprendente nella svolta stilistica. L'unica speranza è che possa avere una buona risposta ed una buona ricezione non solo in Italia, ma anche nel resto d'Europa, viste anche le sonorità proposte.





01. Shine Of The Rusty Gear

02. Planet Terror

03. Anghell Clown

04. Let Me Shout

05. Mechanical Breath

06. Black Rose

07. One Day

08. Generation 09

09. Velvet Pressure

10. Truth About Me

11. Sick, Sex, Six

12. My Swedish Baby Looks Like A Star

13. Cold

14. Dragula

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