Marcello Capra
Fili Del Tempo

2011, Electromantic Music
Folk

Recensione di Fabio Rigamonti - Pubblicata in data: 24/08/11

Avevamo lasciato il maestro della sei corde classica Marcello Capra alle prese con un “Preludio Ad Una Nuova Alba”, album strumentale in cui la tecnica ed il purismo erano assai palpabili, alle spese – tuttavia – di un poco di emozione e melodiosità. Nulla di meglio, quindi, che tessere i "Fili Del Tempo”, per cercare di correggere tutto quanto non si era fatto nel disco precedente, ed è il graffio della voce soul ma al contempo dolce di Silvana Aliotta nell’incipit di “Dreaming Of Tinder” a suggerire la direzione intrapresa da questo nuovo inciso.

L’idea che pare stare alla base del lavoro, difatti, è quella di apertura alle contaminazioni, agli strumenti diversi dalla chitarra classica, alle influenze, alle voci… tutti colori e tessuti diversi su cui incidere l’arazzo musicale che la chitarra di Capra tenta di fabbricare.  Tutto votato a recuperare le radici sonore del Nostro compositore, per cui ecco che troviamo influenze progressive  ad animare “I’m So Glad”, o la psichedelica del flauto lottare con una base strumentale tipicamente folk in “Un Sogno Lucido”.

Purtroppo, l’inciso soffre di numerosi problemi, il primo ed il più lampante dei quali è la produzione, che definire raffazzonata è forse sminuente, poiché tutti i diversi strumenti e, soprattutto, la voce di Aliotta non sono affatto ben amalgamati e bilanciati all’interno dei diversi brani, ed il risultato ricorda un trapianto di diversi organi all’interno di un corpo prossimo al rigetto (ascoltate come la fisarmonica e le tastiere cozzano terribilmente su “Astor”, ad esempio). Inoltre, a pesare sul disco è un generale senso di disorientamento: con la scusa che i colori sono tanti ed i tessuti diversi, il buon Capra pare essere il primo a perdere l’obiettivo della sua musica, ed il disco suona, di conseguenza, come privo di fuoco.

Non bastano, quindi, il pastiche blues ben riuscito di “Irio” o la “(Procession)” a ricordarci la tecnica profusa nell’inciso precedente a salvare questo lavoro, un disco che può forse risultare interessante unicamente a chi è in cerca di forti sapori vintage, senza il timore di essere etichettato come anacronistico.

Rimaniamo, dunque, ancora in attesa della giusta misura della veste sonora a firma Marcello Capra, confidando in una nuova prova discografica in cui si raggiunga, finalmente, la giusta trasversalità.



01. Dreaming Of Tinder
02. Fili Del Tempo
03. Astor
04. I’m So Glad
05. Standby
06. Irio
07. (Procession)
08. Un Sogno Lucido
09. Danzarella
10. For Tibet

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