Chimaira
The Age Of Hell

2011, SPV
Thrash

Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 07/09/11

I lettori più attenti avranno certamente familiarizzato con il concetto di fanservice, operazione commerciale a cui è stata paragonata l'ultima opera degli Anathema, “Falling Deeper”, recensita due giorni fa. Bene, per analizzare l'ultimo disco dei Chimaira, il sesto in carriera, possiamo benissimo prendere in prestito il termine.

A dire la verità, le cose sono leggermente diverse in questo caso. I nostri infatti hanno dovuto attraversare una fase estremamente delicata nei mesi precedenti la pubblicazione di “The Age Of Hell”: uno dopo l'altro, ben tre membri hanno abbandonato la band (bassista, batterista, tastierista), inoltre i due chitarristi rimasti si sono aggregati ai tutt'altro che fondamentali Six Feet Under, lasciando presagire un futuro incerto per i Chimaira. “The Age Of Hell” invece ha il grande pregio (a conti fatti l'unico) di aver fatto capire ai fan che la creatura capitanata dal frontman Mark Hunter non ha alcuna voglia di soccombere alle avversità, avendo tempestivamente riunito i rimpiazzi necessari e presentando al proprio pubblico un nuovo lavoro.

Quindi in questo caso, la scelta di andare sul sicuro per tranquillizzare i fan e dare loro un album “rassicurante” ha certamente più giustificazioni delle tante operazioni di fanservice in atto. “The Age Of Hell” dunque è un disco che cavalca il sound dei Chimaira senza portarvi alcun elemento di novità, concentrandosi sempre su un thrash/core di stampo moderno, con la solita potenza delle ritmiche in bella mostra e il groove inconfondibile. Un lavoro rassicurante appunto, in cui un sostenitore della band non ci mette più di un secondo per capire che i nostri sanno ancora partorire brani dal tiro notevolissimo, in grado di dare la paga a tante band nate anche grazie alla loro opera.

La nota negativa è che essendo un album dalla gestazione a dir poco problematica, la tracklist  ne risente eccessivamente, snocciolando episodi convincenti (“The Age of Hell”, “Time Is Running Out”, “Powerless”), ad altri poco più che sufficienti, se non veri e propri riempitivi, in grado di soddisfare unicamente il proprio pubblico. Un peccato perchè la band, proprio in conclusione con la strumentale “Samsara”, piazza il miglior colpo del disco, mostrando che con la giusta ispirazione le cose potevano girare decisamente meglio. Un full che i miei professori del liceo avrebbero giudicato con il fantomatico “sei rosso” a fine anno, con l'obbligo di rimediare a settembre.



01.The Age Of Hell

02.Clockwork

03.Losing My Mind

04.Time Is Running Out

05.Year Of The Snake

06.Beyond The Grave

07.Born In Blood

08.Stoma

09.Powerless

10.Trigger Finger

11.Scapegoat

12.Samsara

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