Come per ogni disco promozionale che si rispetti, la press note è un elemento di vitale importanza e di indubbio aiuto a livello redazionale. Molte aspetti sconosciuti o dati per scontati vengono a galla magicamente, leggendo riga dopo riga la biografia e la presentazione della band e del suo nuovo lavoro. Quindi, sfogliando la press note di “Reckless 'Till The End”, rimango stupito dal fatto che una grossa label come la Nuclear Blast abbia potuto lasciare la pagina in bianco (se escludiamo una essenziale tracklist del disco)... Poco male, internet giunge in nostro soccorso. Recandomi sul sito ufficiale della label trovo le informazioni che cercavo e scopro che i Tasters sono italiani, di Livorno, e che non sono affatto dei rookie del settore. All’attivo hanno già due album (Shining” e “The Rebirth”) e la loro peculiarità risiede nella proposta musicale che ci spiattellano in faccia: sonorità rocciose di natura metalcore, violenti breakdown, l’immancabile doppio cantato clean/growl ed inserti elettronici più o meno massicci (il tutto accompagnato da un’evidente presenza stilistica emo/gothic). Un bel casino, direte voi.
I Tasters di gavetta ne hanno fatta, suonando dapprima in Italia e poi spostandosi all’estero per fare da spalla a gruppi più blasonati come Cancer Bats, 30 Seconds To Mars, Sonic Syndicate, Evergreen Terrace, Terror, Aiden ed altri, riuscendo anche a ritagliarsi un’importante fetta di pubblico nella grande Russia (che sia questo il motivo per cui hanno destato l'interesse della Nuclear Blast?). Musicalmente mi sento di poter liberamente dire che siamo di fronte ad un minestrone di caratteristiche che in un primo momento hanno un grandissimo impatto, ma che a lungo andare accusano il solito fattore, chiamiamolo così, "Ctrl+C e Ctrl+V" (per i poco avvezzi all’informatica quelle due combinazioni di tasti consistono nel classico "copia e incolla").
Se con il brano d’apertura “Katherine's Got A Secret” e la successiva “Please Destroy This World” l’impressione è quella di una band dalla capacità compositiva energica, frizzante, matura, compatta e rigida, quello che accade in seguito ci fa rimangiare parzialmente le parole. Insomma, belli gli inserti di elettronica e gli effetti vocali sulla voce, potenti ed aggressivi i riff (ad essere onesti sono ben studiati ed eseguiti per l’intera durata dell’album e spesso mi hanno ricordato - e qui mi verranno lanciate pietre, pomodori o uova marce, dai loro fan - i Meshuggah, se non altro per la distorsione ed alcuni ritmi), interessanti alcune soluzioni musicali adottate in vari brani, martellante la batteria, buone (ma, a mio avviso, fuori contesto) le parti in clean e via dicendo... Tuttavia, sono tutte caratteristiche che, una volta riproposte nell'arco di tutti gli undici brani dell’album, non convincono e non centrano il bersaglio (se poi aggiungiamo il fatto che in più di un'occasione i Tasters mi sono sembrati la risposta italiana più o meno palese ai Sonic Syndicate, allora non ci siamo proprio).
Capiamoci, la produzione di altissimo livello è encomiabile, i suoni sono fedelissimi e riprodurli nello stereo di casa sparati a mille è davvero una goduria, ma più di tre brani per volta cominciano ad essere troppi. Sono italiani, e ne sono felice, hanno davanti a loro una lunga carriera (sono certo che la Nuclear Blast saprà tirare fuori il meglio da loro), ma a dirla tutta questo è un album che potrà entusiasmare i soli appassionati di quel metalcore elettronico e melodico che già sta soverchiando gran parte del mercato musicale metal internazionale. Da rivedere.
I Tasters di gavetta ne hanno fatta, suonando dapprima in Italia e poi spostandosi all’estero per fare da spalla a gruppi più blasonati come Cancer Bats, 30 Seconds To Mars, Sonic Syndicate, Evergreen Terrace, Terror, Aiden ed altri, riuscendo anche a ritagliarsi un’importante fetta di pubblico nella grande Russia (che sia questo il motivo per cui hanno destato l'interesse della Nuclear Blast?). Musicalmente mi sento di poter liberamente dire che siamo di fronte ad un minestrone di caratteristiche che in un primo momento hanno un grandissimo impatto, ma che a lungo andare accusano il solito fattore, chiamiamolo così, "Ctrl+C e Ctrl+V" (per i poco avvezzi all’informatica quelle due combinazioni di tasti consistono nel classico "copia e incolla").
Se con il brano d’apertura “Katherine's Got A Secret” e la successiva “Please Destroy This World” l’impressione è quella di una band dalla capacità compositiva energica, frizzante, matura, compatta e rigida, quello che accade in seguito ci fa rimangiare parzialmente le parole. Insomma, belli gli inserti di elettronica e gli effetti vocali sulla voce, potenti ed aggressivi i riff (ad essere onesti sono ben studiati ed eseguiti per l’intera durata dell’album e spesso mi hanno ricordato - e qui mi verranno lanciate pietre, pomodori o uova marce, dai loro fan - i Meshuggah, se non altro per la distorsione ed alcuni ritmi), interessanti alcune soluzioni musicali adottate in vari brani, martellante la batteria, buone (ma, a mio avviso, fuori contesto) le parti in clean e via dicendo... Tuttavia, sono tutte caratteristiche che, una volta riproposte nell'arco di tutti gli undici brani dell’album, non convincono e non centrano il bersaglio (se poi aggiungiamo il fatto che in più di un'occasione i Tasters mi sono sembrati la risposta italiana più o meno palese ai Sonic Syndicate, allora non ci siamo proprio).
Capiamoci, la produzione di altissimo livello è encomiabile, i suoni sono fedelissimi e riprodurli nello stereo di casa sparati a mille è davvero una goduria, ma più di tre brani per volta cominciano ad essere troppi. Sono italiani, e ne sono felice, hanno davanti a loro una lunga carriera (sono certo che la Nuclear Blast saprà tirare fuori il meglio da loro), ma a dirla tutta questo è un album che potrà entusiasmare i soli appassionati di quel metalcore elettronico e melodico che già sta soverchiando gran parte del mercato musicale metal internazionale. Da rivedere.