Einherjer
Norron

2011, Indie Recordings
Viking

Recensione di Fabio Petrella - Pubblicata in data: 28/09/11

Gli Einherjar, nella mitologia norrena, sono gli spiriti dei valorosi guerrieri morti in battaglia che, trasportati nel Valhalla dalle Valchirie, attendono combattendo nell’aldilà l’adunata di Odino, che li richiamerà sulla terra alla fine del mondo, per fronteggiare tra le fila della luce e dell’ordine le potenze delle tenebre e del caos.

Dopo quasi un decennio di riposo, svegliati dal canto del gallo Gullinkambi, gli Einherjer tornano a marciare nel cuore di Ásgarðr per affrontare un nuovo scontro discografico. Così le piogge di settembre accompagnano l’uscita di "Norrøn", come-back dei vichinghi norvegesi, e seguito del discusso "Blot" dato alle stampe nel 2003. Ma riavvolgiamo un attimino il nastro. La band, paladina del viking metal d’annata, vive il periodo di maggior successo negli anni novanta quando confeziona lavori di prestigio che riuscirono ad aprire una breccia nel mercato europeo spingendo, con il supporto di pochi, il folk scandinavo all’interno dell’universo metal. Ma con una differenza di non poco conto. Gli Einherjer, difatti, divergendo dalle principali formazioni viking, prendono vita dall’heavy metal e non dall’estremo, dando così consistenza ad un sound autentico e argentino che accarezza il folk senza abbaiare più di tanto.

"Norrøn" è un gradito ritorno, inaspettato al punto giusto, che riporta la band ai fasti antichi di "Dragons of the North", "Odin Owns Ye All" e dei seminali "Aurora Borealis" e "Far Far North", EP di indiscutibile valore. L’opera però è spaccata a metà. Dei sei brani totali, il primo trittico è scialbo, debole, come se fosse stato incollato da un altro lavoro meno ispirato. La seconda parte, invece, sorprende per pathos e convinzione, in un crescendo continuo che fa di "Balladen Om Bifrost", la traccia conclusiva, il legittimo manifesto del full-length.

I norvegesi, redimendosi, confezionano un disco sconfinatamente epico e nostalgico che strizza l’occhio al fantasma di Quorthon ed esalta, rendendogli giustizia, la vena creativa sopita in "Norwegian Native Art" e "Blot".

«[...] liete si apprestano a combattere le Forze del Male e già calpestano il Ponte che adduce ai Troni degli Dèi; il Destino ormai sta per compiersi e Heimdallr, il santo custode, suona a gran forza il grande corno di guerra; in silenzio, Odino conversa con la testa di Mimir e da lei cerca consiglio»
. (strofa XLVI, Canto della Völuspá)





01. Norrøn Kraft

02. Naglfar

03. Alu Alu Laukar

04. Varden Brenne

05. Atter På Malmtings Blodige Voll

06. Balladen Om Bifrost

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