Quarto album in carriera per il bluesman di Santa Barbara David Stockdale, “Dark Riders” si contraddistingue come un’ulteriore passo del nostro cantautore verso lidi maggiormente soffici e pop.

Non si fraintenda, poiché il disco gode di due anime ben distinte: una di graffiante blues rock che si manifesta in canzoni come “Boogaloo You”, dove chitarra e voce ricoprono in ugual modo il ruolo di protagonista, o la ruvida “Who”; in alternanza, abbiamo quindi morbide tastiere che ampliano il respiro delle ballate, tutte sottolineate alle perfezione dal controcanto della voci di Elisa Paganelli, Martha Tansini e Sofia Fragile, per cui ecco nascere brani come “Earthquake”, il crepuscolare hammond nello sfondo di “Oh To Be Loved”, la “Ballad Of Tanya And Joe” – una canzone che si spiega perfettamente nel suo titolo, fino ad arrivare ad un tocco prettamente “Stinghiano” in una canzone power pop come “Hunting Season”. Questo incontro-scontro delle due anime musicali che paiono muovere David Stockdale creano un affascinante connubio che rende il disco estremamente digeribile sia nei confronti dei maniaci del blues, che in chi ricerca maggiore ed accomodante melodia nella musica.

I difetti del lavoro sono riscontrabili unicamente in un’atmosfera musicale generale – quella del country club americano disperso in una crepuscolare serata del deserto del Nevada – che prende il via sin dall’opener “Here Comes The Night” e non molla neanche nell’ottimo refrain in controcanto della conclusiva “Right From The Heart”, creando un paesaggio sonoro sì godibile, ma comunque generalmente statico. Tuttavia, che la musica di David Sotckdale provenga dal cuore è chiaramente avvertibile nella genuinità di questo inciso, per cui è molto facile che molti ascoltatori possano rimanere coinvolti ed affascinati da un’opera che ha, nelle sue pieghe, anche un sapore antico e vissuto.