Leningrad Cowboys
Buena Vodka Social Club

2011, SPV
Rock

Recensione di Fabio Petrella - Pubblicata in data: 28/10/11

Rock ‘n’ roll, blues, pop, metal, soul, musica etnica e sonorità gypsy: tutto in un’unica salsa. "Buena Vodka Social Club", il nuovo album degli eclettici Leningrad Cowboys, è un disco da corteggiare senza circospezione, alla luce del sole, e da suonare quando si addormentano le mamme.

Lanciati come "la peggior rock band del mondo" dai film di Aki Kaurismäki, i Leningrad Cowboys sono diventati una cult band per le performance uniche, l’abbigliamento stravagante e le acconciature bizzarre che li caratterizzano. I finnici, nonostante un’ispirazione a corrente alternata, sin dall’esordio nel 1989 sono riusciti a farsi apprezzare dalla critica e dal pubblico con soluzione di continuità. La componente grottesca e quasi fumettistica delle loro produzioni, infatti, in parallelo all’appetibilità dei brani (spesso e volentieri cover), ha stimolato con successo la fantasia dell’ascoltatore; così come, sulla stessa linea d’onda, la spiccata originalità e la ricerca di una affascinante musicalità del suono hanno convinto sia la massa sia chi è abituato a scavare a fondo per trovare il “bello”.

Il “Total Balalaika Show - Helsinki Concert”, ad esempio, è una chiara testimonianza delle intenzioni canzonatorie, e di astuzia, dei nostri: un doppio live album di cover registrato nel ’93 con il supporto del Coro dell’Armata Rossa di Mosca. E non stiamo parlando della rivisitazione di semplici brani, ma di canzoni che hanno reso grande la musica (Yellow Submarine, Sweet Home Alabama, Stairway To Heaven, Knockin’ on Heaven’s Door etc.). Per la cronaca, e per chiarire un po’ la celebrità dei Cowboy di Leningrado, lo spettacolo si svolse nella Piazza del Senato della capitale finlandese e attirò un pubblico composto da più di 70mila persone.

Ma torniamo al presente per scoprire il volto di "Buena Vodka Social Club". Gli irriverenti finlandesi, con la nuova fatica, ci propinano canzoni inedite - dunque non un mosaico di cover - che seguono con criterio e rettitudine l’indirizzo artistico della band. L’opera, difatti, si delinea come un platter allegorico e divertente, coerentemente simpatico e caricaturale, suonato come Dio comanda e senza tanti grilli per la testa. Un disco dal ritmo e dal sapore internazionale, proprio come una tequila mandata giù nella steppa siberiana. Da ascoltare in maniera responsabile.





01. Machine Gun Blues

02. All We Need Is Love

03. Drill-A-Hole

04. Gimme Your Sushi

05. Rock'n'Roll Show

06. I Kill The Dog!

07. Gasolina

08. Buena Vodka Social Club

09. Frijoles Y Lager

10. Wash Your Ass

11. Mule

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