Battle Of Britain Memorial
The Aftermath Of Your Bright Beings

2011, Autoproduzione
Postcore

Recensione di Eleonora Muzzi - Pubblicata in data: 22/10/11

Strana creatura, questi Battle Of Britain Memorial. In primis, perché la band viene dalla Francia e prende il monicker da uno degli eventi salienti della Seconda Guerra Mondiale avvenuto sull'altra sponda della Manica. In secondo luogo, perchè l'offerta musicale stessa è molto particolare e di difficile impatto.

Dediti ad un post-hardcore con un tocco di screamo, questi esordienti francesi presentano un EP di sei tracce (scaricabile gratuitamente o tramite una piccola donazione su BandCamp) schizofrenico e di non facile digestione. Un approccio eterogeneo permette alla band di fondere tra loro elementi molto vari, con momenti al limite del doom, in cui le note si allungano all'infinito, e attimi più tirati che ricordano un hardcore di stampo classico tendente al crust, ma il risultato finale è tutto fuorché accattivante. Siamo infatti di fronte a un miscuglio di generi e influenze tale da rendere l'ascolto difficoltoso, al punto che si tende a distrarsi più o meno a metà di ogni canzone. La sperimentazione che qui regna sovrana, uno dei (pochi) punti di forza della release della band francese, è talmente ardita e "futuristica" da risultare a tratti cacofonica, letteralmente poco piacevole all'orecchio. La melodia è quasi completamente assente, le discordanze tra linee vocali e di chitarra sono abissali, al punto che ci si confonde e non si riesce più a raccapezzarcisi. Ci sono dei buoni spunti, questo è innegabile: "The Fall" per esempio è una traccia un po' più canonica rispetto alle cinque precedenti e ricorda alla lontana, nella struttura e soprattutto nella lunga intro fortemente ritmata, i primi lavori dei Radiohead. Tuttavia, non basta una canzone che spicca per la sua somiglianza con un gruppo storico e ultrafamoso per promuovere questo EP.

In buona sostanza, "The Aftermath of Your Bright Beings" è un EP mediocre, che non dice niente di nuovo e non offre materiale sufficiente per capire se la band ha effettivamente qualcosa da dire o se rimarrà nel limbo della musica indipendente e underground. La mancanza di coerenza all'interno delle canzoni stesse, come già detto, rende l'ascolto estremamente ostico e non invoglia granché ad approfondire il discorso. Sicuramente gli amanti del post-rock troveranno più punti a favore dei Nostri, ma se si deve giudicare solo ed esclusivamente da questo EP (che pur offre un'ottima resa a livello di produzione - cosa che si riscontra sempre più spesso nelle autoproduzioni recenti, a meno di un effetto low-fi voluto), raramente la band spiccherà in mezzo al grande mare della musica indie odierna.





01. Welcome To Rapture
02. Metaphysics Of The Lighthouse
03. Those Who Hide Their Plight
04. Cum Tacent Clamant
05. Midnight Blues
06. The Fall

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