Chickenfoot
III

2011, eOne Music
Hard Rock

Un ritorno sfavillante per il supergruppo del momento. I Chickenfoot fanno centro un'altra volta.
Recensione di Stefano Risso - Pubblicata in data: 28/10/11

Due anni dopo il fortunato album d’esordio, il supergruppo serra le fila per un nuovo album che non solo conferma la bontà del progetto, ma che fa intravedere ulteriori miglioramenti su una base già di tutto rispetto.

Sì perchè il presente parto dei Chickenfoot è un concentrato di puro hard rock che non mancherà di incontrare i gusti di ogni amante della buona musica, un album schietto, mosso unicamente dalla passione di questi quattro super musicisti, un lavoro che vuole divertire senza scadere nel banale, un fedele compagno di viaggio per ogni occasione. Già dal titolo, “III” si percepisce l’ironia di fondo (questo infatti è il secondo full della band), un senso di spensieratezza che abbraccia ogni singolo brano, lasciandosi alle spalle temi, musicali e concettuali, troppo seriosi. Un gruppo di artisti che suonano per se stessi, per divertisi, ma che a differenza di tanti progetti simili (qualcuno ha detto “Lulu”?), offrono al pubblico musica di grande spessore, ricordandosi che anche in occasioni meno “ufficiali” (anche se la band sta diventando sempre più "seria"), il pubblico paga, è esigente e si aspetta sempre grandi cose.

I nostri evidentemente lo sanno bene e anche questa volta non cadono in errore. “III” è tra le migliori uscite hard rock del 2011, fresco e trascinante dalla prima all’ultima nota. Un lavoro che, ovviamente, non presenta novità (e nemmeno ne ha le pretese), ma riesce a equilibrare tutti gli elementi nel migliore dei modi: il già citato divertimento, canzoni semplici ma tutt’altro che banali, facilità di ascolto, longevità e perizia strumentale sempre congeniale ai brani e mai fine a se stessa. Un insieme di elementi che necessitano di grande esperienza, preparazione e carisma, cosa che fortunatamente non manca nei Chickenfoot. Sammy Hagar, Michael Anthony (entrambi ex Van Halen), Chad Smith (Red Hot Chili Peppers) e Joe Satriani, sono troppo abili per tradire lo spirito di un progetto del genere, tutti autori di prove singole da manuale, miscelate insieme come in una band di veterani che suona insieme da anni. Anzi, a questo giro i nostri hanno ovviato ad alcuni piccoli difetti del debutto, come una leggera mancanza di coesione nella tracklist (dovuta alla preparazione frammentata del disco), spingendo maggiormente sulla componente hard rock del combo, tralasciando leggermente le influenze funky/blues.

“III” è un disco vitale ed energico, che rappresenta al meglio lo spirito della band, senza intaccare quello che, alla fine dei conti, interessa di più: il risultato. L’esempio perfetto di come si possa ancora gioire per musica fatta col cuore. Non fa niente che sia tutto già ampiamente sentito, quando c'è così tanta qualità, si può benissimo soprassedere.



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