Sempre con Markku Kuikka alla voce e alla batteria Tom Rask, Gronholm fa ritorno sui lidi appartenenti al progressive metal, frammisti a momenti più heavy metal o anche più melodici e moderni. In questa recensione chi scrive reputa doveroso ricordare i difetti propri del debut album: si notava come il full-length fosse ben confezionato da un punto di vista formale, ma anche di come fosse privo di brani veramente incisivi o memorabili. Fondamentalmente, per quanto all'inizio questo fosse perdonabile all'inizio, nel disco preso in esame ora questo problema è ancor più marcato. Questo "Silent Out Loud" non prende il volo per niente, non svela la propria identità in maniera potente ed imperiosa. Scorre via in maniera lineare, forse fin troppo: i brani rimangono fissi nella loro struttura strofa-ritornello-strofa, concedendo poco dinamismo o spunti originali degni di nota. Insomma, lo si può ascoltare tutto d'un fiato, ma è molto difficile che ci sia qualche brano, o ritornello, o riff, oppure linea vocale, che possa davvero impressionare. Francamente, rimane pure discutibile la scelta di chiudere un full-length con dei brani poco incisivi e lenti come "Set The Stones", "Dawn Of A Dream" ed "Away", una ballata senza dubbio piena di cliché e di linee vocali da rivedere quasi come se non si avesse molta scelta sul dove posizionarle.
Chi scrive reputa veramente un peccato che un album sappia di già sentito innumerevoli volte, poiché è quasi peggio rispetto al fare un album brutto. Un album brutto fa discutere e fa notizia, da un punto di vista mediatico, mentre un album scialbo e poco ispirato va in fretta nel dimenticatoio. Intendiamoci, sicuramente i Nostri ci avranno messo il massimo impegno per quest'album, ma onestamente, non si comprende il perché si debba avere tutta questa fretta di pubblicare un nuovo lavoro in così breve tempo, se questi sono i risultati. Peccato, perché è andata sprecata una ghiotta occasione.