E chi l’avrebbe mai detto? Ci hanno messo molto, otto album per la precisione, ma i Krisiun hanno sfornato finalmente un disco eccellente, completo, solido, un lavoro che potrebbe essere accostato senza troppi sforzi alla parola “maturità”.
Non che i brasiliani più violenti del pianeta siano arrivati fino ad oggi suonando materiale scadente, anzi, di grandi pezzi ce li regalano da anni. Pezzi singoli purtroppo, non lavori interi, questo è stato il più grosso difetto dei nostri. Troppo concentrati sul brutalizzare tutto e tutti, sia su disco che in concerto (le orecchie del sottoscritto sanguinano ancora davanti alla davastazione live messa in atto dal terzetto), dimenticandosi però di stemperare la propria furia in uno stile meno diretto, più longevo, che possa dare un attimo di tregua, vivacità e dinamismo, alle velocità siderali in seno alla band dei fratelli Kolesne. Non che ora i Krisiun si siano dati il prog rock, però finalmente qualcosa si è mosso e i risultati sono sotto gli occhi di tutti.
A ben vedere già dal precedente “Southern Storm” si intravedevano i semi di un piccolo grande cambiamento, che finalmente tre anni dopo sbocciano nel nuovissimo “The Great Execution”. Sembra incredibile ma i Krisiun hanno scoperto i mid tempo, che uniti ad atmosfere cupe e violentissime, alla velocità (rimasta intatta) dei blast beat di un Max Kolesne in versione elicottero, all’ottimo guitar working del fratello Moyses e al sempre potentissimo growling di Alex Camargo, donano una luce completamente nuova alla musica dei Krisiun. Le canzoni diventano più lunghe e articolate, in modo da dare ampio spazio a tutte le variazioni, ripartenze, stacchi asfissianti, assoli funambolici, partiture avvolgenti, riuscendo nell’impresa di non annoiare minimanente, anzi, più ci si addentra nel disco e più ci si stupisce della qualità della proposta. Ogni brano della tracklist è perfettamente distinguibile dal resto (e a questi livelli di violenza è già moltissimo), carico di un’anima luciferina che sprizza odio non solo dalle classiche sfuriate a tutta birra, ma soprattutto nei frangenti in cui la band si lancia in parentesi più ragionate, potremmo quasi dire atmosferiche.
Ovviamente la proposta dei brasiliani è rivolta a un pubblico già ampiamente rodato e incline alla devastazione sonora. Molto è stato fatto e per raggiungere la perfezione i Krisiun potrebbero ulteriormente “facilitare” l’ascolto, visto che, nonostante tutto, per arrivare alla fine del disco e ascoltare la bellissima “Shadows of Betrayal” (otto minuti e mezzo da applausi), ci vuole molta dedizione, in quantità superiori anche alla media dei possibili deathsters all’ascolto. Al di là di questo, per chi segue la formazione praticamente dagli esordi, “The Great Execution” è sicuramente il miglior lavoro mai partorito in casa Krisiun e una piccola grande soddisfazione nel vedere una band maledettamente dotata, sfruttare nel migliore dei modi tutto il talento a disposizione.
Krisiun
The Great Execution
2011, Century Media
Death Metal
01.The Will To Potency
02.Blood Of Lions
03.The Great Execution
04.Descending Abomination
05.The Extremist
06.The Sword Of Orion
07.Violentia Gladiatore
08.Rise And Confront
09.Extinção Em Massa
10.Shadows Of Betrayal