Evaline
Woven Material

2011, Riverman Records/Edel
Alternative Rock

Recensione di Marco Belafatti - Pubblicata in data: 10/11/11

Questione di attitudine: agli Evaline non mancherebbe assolutamente nulla per far breccia nei cuori della generazione indi(e)pendente del nuovo millennio, che di gruppi come questo ne divora almeno tre al giorno per poi confinarli nel dimenticatoio, ma la copertina vagamente decadente e il look patinato che accompagna la band nelle foto promozionali, fortunatamente, lasciano intendere ben altre intenzioni. Non stupitevi, quindi, se i Nostri si pongono, neanche troppo velatamente, l'obbiettivo di piacere a nicchie di pubblico dalle vedute più ampie, poiché hanno tutte le potenzialità per farlo e il loro debut album “Woven Material” è qui a dimostrarlo. La sola produzione affidata a Dan Austin (Doves, Cherry Ghost, Queens Of The Stone Age) dovrebbe fornire una garanzia assoluta sulla validità del prodotto, ma l'effetto sorpresa che aleggia attorno alla rock sensation statunitense (già nota per aver pubblicato un EP con la Maverick, la nota casa discografica di Madonna, e per aver “ceduto” l'ex batterista Steve Forrest ai Placebo) non si esaurisce affatto coi grandi nomi coinvolti nel progetto e si concretizza in primo luogo in un impianto sonoro dal grande spessore artistico.

Senza mai sforare nel mainstream più canonico, il six-piece di Turlock (California) assembla un sound che rimane in bilico tra l'alternativo e il radiofonico pur mantenendo intatta la propria qualità di fondo, forte di un retaggio “emo” che emerge in maniera distinta dalle vocals suadenti del frontman Richard Perry e da certe evoluzioni musicali dei compagni di squadra, che sembrano nutrirsi di nevrosi adolescenziali ed inquietudini metropolitane. Il paragone che salta subito alla mente è quello con i connazionali Interpol e svariati colleghi d'oltremanica (Editors, White Lies): gli Evaline si inseriscono a pieno titolo in quel filone di artisti dotati delle potenzialità e del carisma necessari per abbattere le barriere che separano l'ascoltatore più snob da quello “di bocca buona”. Tutto questo in nome di un solo dio: l'Alternative rock (quello con la a maiuscola, per l'appunto).

Le percussioni retrò e il sound tipicamente british del singolo “There There”, con il suo ritornello scanzonato e la sua vena vagamente seventies, non devono trarvi in inganno; gli Evaline sanno scrivere canzoni ben più originali e significative di una hit di tre minuti che ha tutta l'aria di esser stata sottratta al repertorio degli Kasabian. Prendete, ad esempio, l'opener “Beneath The Fire”, con il suo sublime sottofondo di synth e quel crescendo di pura tensione, affidato alle evoluzioni della batteria e del violoncello, che sfuma in un finale dilatato simil-post rock ed apre uno squarcio su nuovi, impressionanti orizzonti emotivi, lasciandoci storditi e in balia delle nostre sensazioni (soluzione piacevolmente riletta in chiave caustica e noise dalla conclusiva “All In My Mind”). Se ciò non bastasse, provate a concedervi alle vocals maliziose in stile Placebo ed al riff ribelle di “Ascend”, alle shoegaze-iane stratificazioni di “Picking It Up”, al ritornello melodioso e favolosamente elegante di “Equally”, alla malinconia toccante di “Who Are You”: questi brani vi sedurranno con la loro inconfondibile classe. Come non citare, in questo slancio di entusiasmo, la stupefacente “Hours”? Con una canzone di questo calibro (roba da fare invidia a gente come U2 e Radiohead) i sei californiani possono tranquillamente sfondare le barriere del mainstream - diamo quasi per scontato che, nel corso del tour attualmente intrapreso dai Nostri come supporter dei Bush, il memorabile ritornello in cui il buon Richard ci invita a scoprire i nostri occhi e le nostre orecchie stia già mietendo parecchie vittime...

“Woven Material”, del resto, è un caleidoscopio di influenze e stili costruito con il solo scopo di emozionare e stupire l'ascoltatore, senza mai cedere il passo alla noia e alla banalità. Gli Evaline non sono soltanto una grande promessa per il futuro, ma una delle realtà più originali e brillanti dell'attuale panorama alternative: custoditeli gelosamente nella vostra collezione.





01. Beneath The Fire
02. There There
03. Ascend
04. Picking It Up
05. Equally
06. Feeding On The Congregations
07. Hours
08. Who Are You
09. Rapture
10. Overwhelming Shapes
11. No Time To Breathe
12. All In My Mind

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